martedì 19 aprile 2016

Intervista ad Elio Patella


Elio Patella, uno storico per passione

Curioso per natura, Elio Patella, geometra e tipografo di Torremaggiore, è riuscito ad unire il suo amore per la storia a quello per il lavoro.
“Com’è nata questa passione?”.
Ricordo quando ero bambino, in campagna, restavo molto affascinato dal ritrovamento di fossili, tipo conchiglie. Allora non c’era la meccanizzazione, per cui i fossili non venivano frantumati e dispersi”.
“Quanto è importante per uno storico lo studio?”.
Veramente durante i miei studi non ero tanto incoraggiato. Un alunno a volte, può risentire di pregiudizi soggettivi da parte di alcuni professori. Proprio per questo, nel corso degli anni, mi sono posto degli obiettivi, sfidando anche il tempo e conquistando le mie rivincite”.
“La tua attività di tipografo ti ha agevolato oppure ostacolato?”.
Devo dire che sono stato molto fortunato perché ho potuto unire allo studio, piccole esperienze lavorative in diversi settori e tra queste, i primi contatti con l’arte tipografica. È dal 1982 che mi dedico a tempo pieno alla tipografia. La padronanza ed il contatto con l’uso delle nuove tecnologie poi, sia in ambito grafico che tipografico, mi hanno dato l’opportunità di confrontarmi con letterati e autori locali”.
“Davvero? Allora hai potuto conoscere alcuni nomi importanti!”.
Certo! Ricordo con piacere Nino Casiglio, Vito Nacci, Pasquale Ricciardelli, Michele Meola, Severino Carlucci, i quali hanno acceso in me il piacere e la passione per la conoscenza e la ricerca negli studi della storia locale. Direi il classico connubio autore-tipografo che, da Gutemberg in poi, più volte ha trasformato i tipografi in editori ed altre volte in autori”.
“L’apporto di internet?”.
I mezzi telematici hanno molto favorito il lavoro dello storico che, grazie ad essi, può raccogliere dati e informazioni in modo rapidissimo”.
“E lo storico di oggi, può essere sicuro al 100% dei dati raccolti sul web?”.
La sicurezza si ha quando una serie di indizi storici sono concordanti; la prova chiave però è quella archeologica e bisogna quindi non fermarsi alle mere informazioni”.
“La tua produzione?”.
La mia produzione letteraria, oltre svariati articoli giornalistici, consta di opere librarie in cui affronto temi specifici (Usi civici: Le affrancazioni dei Comuni d’Italia del 2011), temi di storia (Apulia.it – Ricuciture storiche e storiografiche del 2010 e Ferentum, il Ferentano e dintorni, indagine storica riguardante Fiorentino, del 2014) e temi a carattere divulgativo nella collana I quaderni di Terra Maggiore (Il gioco de’ Tali e la Tabula Lusoria di Torremaggiore; Da Geronium a Canne e le Strategie romane di Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore; L’origine della Peranzana, di cui ho appena pubblicato la seconda edizione; Dal bombardamento di Foggia a quello di Montecassino; Il mefitismo nelle città di fine Settecento e Torremaggiore, tracollo di un’economia florida)”.
 “Appunto, parlando proprio di Torremaggiore, oggi invece, cosa si può dire dell’economia di questo paese?”.
Purtroppo, dopo il boom degli anni ’70, periodo molto florido per l’economia locale, l’agricoltura che era una vera fonte di ricchezza, è stata di gran lunga penalizzata. La politica poi, non è riuscita a fronteggiare i problemi dovuti all’avvento dei prodotti esteri ed il clima, con i suoi cambiamenti, ha finito con il peggiorare la situazione. Attualmente dovremmo attivarci per un’inversione di tendenza, valorizzando i prodotti locali. Nel piccolo, cerco di contribuire con i miei studi e le ricerche, affinché ci sia una rivalorizzazione sia dei prodotti sia del territorio, incitando il turismo”.
“Nel futuro?”
Non abbandonerò di certo la scrittura. Continuerò con articoli e quaderni storici, perché la mia, è una passione infinita”.
                                                                                  Elisabetta Ciavarella