giovedì 2 marzo 2017

Intervista2 a Mariano Ciarletta

Mariano Ciarletta e la sua video poesia

Mariano Ciarletta è un ventiduenne salernitano che esordisce con il suo primo romanzo noir nel settembre del 2013, Rami nel buio, l’esorcismo di Amanzio Evenshire. Un racconto in cui l’autore, accanto al paranormale, inserisce temi come l’amore, l’amicizia e la fratellanza.  Seguiranno altre opere, ma Mariano coltiva anche un’altra grande passione, la poesia.
In una mia precedente intervista, ha dichiarato che: “La poesia è un modo attraverso cui, in pochi versi, riesco a trasmettere la malinconia, il dolore e temi come la solitudine umana”.
Il suo ultimo lavoro è “Acquitrini”, una poesia che parla di speranza e di puri riflessi ormai sconosciuti all'uomo. L'autore per primo mette in discussione la sua umanità andando alla ricerca di quell'arcana purezza che si sposa con l'antico riflesso degli acquitrini accarezzati dal sole.

"Quando hai aperto un canale YouTube?".
Ho aperto il mio canale ufficiale circa tre anni fa e ormai è parte integrante della mia attività poetica. La poesia, come molti ben sanno, è un'arte alquanto elitaria che gode di un pubblico di nicchia e di conseguenza il numero delle copie vendute, in termini cartacei, raramente sale a numeri elevati. Il canale youtube è un ottimo mezzo per permettere agli artisti, ed in particolare ai poeti, di farsi conoscere dal pubblico del web”.
“Quale utilità o cambiamento hai riscontrato nella registrazione di video poesie?".
Registrando i videoclip di poesia ho sicuramente migliorato la mia capacità interpretativa. Ricordo che, quando iniziai con il mio primo video, ero alquanto impacciato e non riuscivo a seguire alla perfezione gli ordini del video maker. Con il passare del tempo e tanta pratica invece, ho assunto una maggiore dimestichezza con le telecamere. Inoltre, la collaborazione con Nicola Surace, regista di Acquitrini è stata per me altamente significativa e formativa. Ritengo, dunque, sia importante mettersi in gioco e sperimentare varie forme, attraverso cui l'arte può essere diffusa”.



                                                                                Elisabetta Ciavarella