“La poesia è un potente mezzo di
comunicazione tra il corpo e lo spirito”, Maria Teresa Infante si racconta
Maria Teresa Infante, di San Severo,
in provincia di Foggia, non solo è una bellissima donna, ma ha tutte le armi
per combattere e destreggiarsi nel labirintico mondo letterario, oltre ad una
sensibilità innata e un piglio intelligente che sa sfoderare con fascino mentre
interloquisce. Sarà sicuramente uno di quei nomi che si ricorderanno tra gli scrittori della cittadina pugliese.
Una
persona fin troppo umile, fregiata di titoli ed onorificenze ben meritati. Organizzatrice di eventi culturali e artistici a cui sa
presenziare con padronanza linguistica, compostezza ed eleganza, nonché membro
di Giuria di vari concorsi poetici. Attualmente vice Presidente dell’Associazione Culturale L’Oceano
nell’Anima
e Responsabile del settore editoriale della stessa, L’Oceano Edizioni. Collaboratrice
del giornale Il Corriere di San Severo e di vari siti telematici.
I
suoi scritti sono stati inseriti in svariate Antologie. Tra i numerosissimi
premi ricevuti, difficili da elencare, nel 2015 il Premio giornalistico Mario Dell’Arco/Accademia G. Belli; nel 2016 il Premio Zingarelli per la poesia inedita con Senz’alba (mai nato) ed
il Premio Lupo sez. Narrativa 2016
con il racconto Il richiamo – L’appartenenza. Il 25 novembre 2016 Amnesty International sceglie due versi
di Agnese,
poesia sullo stupro da parte del branco, inserita nella silloge C’è
sempre
una ragione, come simbolo contro la violenza di genere. I versi sono
stati impressi sul MURO a Busto Arsizio, insieme ad opere di artisti e scoperti
durante l’inaugurazione.
“Maria
Teresa, tra le tue pubblicazioni?”.
“Ho pubblicato 4 sillogi poetiche di cui,
l’ultima IL VIAGGIO (ediz Oceano) che è stata anche tradotta in
Serbia, con il titolo Oblaci i tišina
ed ho pubblicato come curatrice e ideatrice una trilogia contro la violenza di
genere Ciò che Caino non sa, un
progetto durato tre anni con pubblicazioni annuali, sottotitoli: La Tela di Penelope 2014; Odi et amo 2015; Amore e Psiche 2016, che ha coinvolto circa 150 autori sparsi
nell’intera penisola. Adrenalinica invece per il mio primo romanzo 'Il Richiamo', Oceano Edizioni, appena pubblicato e annunciato in anteprima al Circolo Unione di Lucera, durante la presentazione dell'antologia letteraria del Premio Lupo 2016 (dal Presidente Pasquale Frisi), in cui è contenuta la versione ridotta che fu premiata lo scorso anno. Era nell'aria un romanzo tutto mio, dopo le varie incursioni con racconti brevi in antologie di narrativa ed ho voluto esordire partendo da ciò che più conosco e mi appartiene: storie del Sud, storie di casa, tra realtà e fantasia. Un richiamo nel riconoscerci, ricordando".
“Ricordi
quando hai iniziato a creare con la tua penna?”.
“Sai Elisabetta, si fa sempre fatica a
stabilire un inizio perché le cose accadono in maniera naturale, senza che ce
ne rendiamo conto, se non quando siamo già ben addentrati nel cammino. La mia
penna inizialmente era la mente, creava da sempre ma non riusciva a trovare la
chiave di lettura dei miei pensieri né la maniera per concretizzarli. Tante
cose erano chiare, sapevo cosa avrei voluto dire, ma non sapevo come. Siamo
abituati a vederci come carne e ossa e magari un paio di scarpe nuove,
consideriamo le elucubrazioni mentali un optional; possono esserci o meno,
sembra essere ininfluente. Fin quando non ti accorgi di essere scollegata da te
stessa se non trovi un senso per abitare il tuo corpo. Per caso mi sono
avvicinata alla poesia, scoprendo che poteva essere sfiorata e non solo adorata
o odiata, come ai tempi della scuola e ho intuito la sua immensa capacità
espressiva. La poesia è un potente mezzo di comunicazione tra il corpo e lo spirito, un ponte che mette in
contatto me e l’altra parte di me; così ho trovato il collegamento tra corpo e
mente. L’Io è diventato servitore, alla sua mercé. La penna non ha fatto altro che armare la mano,
animata da un impulso sconosciuto. Emmm .. brevemente: ho cominciato a mettere
su carta circa 10 anni fa, tenendo tutto sotto chiave, poi è arrivata la vena
d’incoscienza”.
“Hai
altre passioni oltre alla scrittura?”.
“Ne avevo tante, ma la scrittura le ha
falciate tutte: egoista, egocentrica penna o tastiera! Mi ha, però, risparmiato
la lettura, senza la quale non vivrei. Ho sempre ‘divorato’ libri; trovo adatta
questa espressione in quanto i libri da leggere non sono mai stati abbastanza
nella mia vita, compiendo tutto l’iter, da Topolino e Minnie ai grandi classici
e quando rimanevo a secco, riprendevo i testi scolastici per rinverdire la
memoria. Tra le mie vecchie passioni c’è il volley praticato per circa 12 anni
e nei ritagli di tempo amavo pattinare. Mi piaceva suonare la chitarra, ma ho
dovuto rinunciarvi ben presto; inutile, non era nelle corde delle mie dita, sempre
sofferenti. Altra grande passione la pizza, le sfogliatelle napoletane e i
cannoli siciliani (e così ho unito l’Italia meglio di Garibaldi)”.
“Quali
sono i momenti più propizi per scrivere?”.
“Sono esattamente le 2,36 in questo momento.
Per ascoltarmi ho bisogno di silenzio e della luce notturna; la notte ha una
luce che il giorno non ha. Illumina la coscienza, gli spazi più profondi del
tuo essere, in cui sei veramente e solo tu, spazzando via tutto il resto. La
notte ti riporta in te stessa, ti restituisce la libertà ricercata. In questo
momento siamo io e te, è come essere sedute l’una di fronte all’altra, vivo la
situazione; ecco, di notte io vivo e sento qualunque cosa scriva. Non saprei fare
altrimenti, se non sento, non ascolto le voci, non scrivo”.
“Il
lettore va conquistato. Cosa credi che possa maggiormente sedurlo: una frase in
cui possa sognare immedesimandosi nello scritto o una frase che possa
ricordargli qualcosa di bello e di brutto o in entrambi i casi?”.
“Quando scrivo non penso mai che qualcuno in
seguito possa leggermi altrimenti non riuscirei ad essere vera, inoltre scrivo
sempre di getto, su qualunque argomento, mai prefissato, ma frutto di una
necessità del momento, che sia poesia o prosa. Mai nulla è studiato o pensato e
accade che condivida i miei pensieri anche a distanza di mesi laddove lo reputi
necessario, quindi mai programmato. La condivisione diventa motivo di confronto
e arricchimento; è socializzante, aggregante. E poi tu parli di seduzione… son
passati i bei tempi, chi vuoi che seduca, ormai, alla mia veneranda età?”.
“Ti
sottovaluti… Oggi molti si cimentano nella scrittura. Qual è lo scoglio
maggiore che un autore incontra nella pubblicazione di una sua opera?”.
“Lo scoglio maggiore è la scelta di una casa
editrice che segua l’autore, soprattutto se esordiente, perché oggi pubblicare
è diventato relativamente semplice visto il proliferare di editori. Il
richiedente, disorientato, spesso cede a lusinghe e promesse che puntualmente
vengono disattese e nonostante cifre di tutto rispetto corrisposte, viene
lasciato in balia di se stesso. Ne fui vittima alla mia prima pubblicazione
quindi so di cosa parlo. Dopo aver pagato non risposero più neanche alle mail o
alle telefonate e non ebbi mai
neanche la miseria delle percentuali sulle vendite. Nessuna tutela. Esiste un
marasma generale poco regolamentato, ma è anche vero che le grandi case
editrici non aprono le porte agli esordienti, non vogliono rischiare nulla e
non vanno più a caccia di talenti da scoprire, puntano sulle certezze dei
soliti noti, che a loro volta campano di rendita, non raramente deludendo il
lettore. Il lettore non è stupido, ha bisogno di nuovi stimoli e originalità.
L’esordiente resterà esordiente a vita, anche se non gli mancherà lo spazio per
i suoi lettori; per fortuna il mondo è vasto e vario. Basta sapersi
accontentare, restare con i piedi saldamente piantati a terra. D’altronde
scrivere è un piacere, una passione, quando arrivano i riconoscimenti è tutta
manna dal cielo”.
“L'Associazione
l'Oceano nell'Anima, che ti vede partecipe, come si pone nei confronti degli
autori?”
“L’Oceano
Edizioni nasce proprio con
l’intento di avvicinarsi agli autori e rendere loro accessibile il mondo delle
pubblicazioni, mantenendo allo stesso tempo, standard di serietà e
professionalità. Siamo relativamente giovani e questo ci motiva ad operare al
meglio nel cercare ogni volta di migliorarci, ma, aspetto non trascurabile è
che abbiamo un volto e un nome -non siamo un’entità- con un progetto editoriale
trasparente e chiaro fin dai primi approcci e siamo a diretto contatto con i
nostri autori, interagendo continuamente nelle varie fasi della lavorazione del
testo. La disponibilità nel seguire e consigliare l’autore credo sia
fondamentale”.
“Nella
tua opera d'esordio Il Viaggio,
tratti diversi viaggi. C'è un viaggio che sogni di fare? Ed un viaggio che
vorresti percorrere, ma sai che sarà impossibile?”.
“Un titolo che è tutto un programma, un tema
proposto spesso nella letteratura antica e che io ho amato riprendere, perché
pur nell’omologazione, l’originalità dipende dal nostro modus operandi; mi
spiego: in tanti hanno sempre parlato del viaggio interiore, ma ogni percorso
individuale è unico nella sua specificità, col suo dilatarsi nello spazio e nel
tempo, con conoscenze assolutamente soggettive. Se ho un viaggio nel cassetto?
Non uno, ma mille, meglio abbondare. Alcuni li ho intrapresi da tempo e non so
ancora dove mi porteranno; in fondo l’importante è partire; alcuni si sono
arenati e chissà, ma difficilmente mi volto indietro. Credo che ciò che non è
stato non lo sarà mai. Inoltre non ho un posto particolare che desideri
visitare; mi sento a casa in ogni luogo”.
“Quali
sono i tuoi impegni attuali? E futuri?”.
“La pastiera napoletana! Devo assolutamente
imparare a farla, non posso sempre commissionarla alle amiche! Meglio che non
ti parli di tutto il resto, ma ho come punto fermo la crescita de L’Oceano
nell’Anima e vorrei continuare a far conoscere Il Viaggio e… riaggiungo che è appena stato
pubblicato il mio primo romanzo IL
RICHIAMO. E’ bellissimo, meraviglioso, stratosferico (sarò abbastanza
obiettiva?) in tutta la sua semplicità. Credo che il suo punto di forza sia la
semplicità che laddove sappia avvincere, diventa originalità descrittiva.
Incrocia le dita per me”.
“Certo
che incrocio le dita! L'arcobaleno ha sette colori. Quali sono le sette parole
che potrebbero rendere più interessante una poesia?”.
“Sono quelle non scritte, quelle che fanno
capolino tra le righe e che si lasciano scoprire dal lettore, grazie alla sua
capacità interpretativa e interagente con l’autore. Soprattutto chi fa poesia
deve saper trasmettere il non detto, il non svelato; è la differenza
fondamentale tra poesia e prosa”.
“E
se tu potessi scegliere, con quale colore dell'arcobaleno dipingeresti il tuo
futuro?”.
“Blu, assolutamente, in tutte le sue
sfumature e variabili. Blu come i Puffi che guardavo ogni giorno con i miei
bambini. Come il cielo, come il mare, blu come blu. Immensità, grandi spazi. Blu
come l’amore immenso che ho per i miei figli. Blu come la tua infinita pazienza”.
“Quando
si ascolta con interesse, lo si fa senza pazienza, ma con piacere… Grazie Maria
Teresa”.
Elisabetta Ciavarella
Chiaramente Maria Teresa Infante è una stella che brilla nel cielo terso della Poesia.
RispondiEliminaBrava, Maria Teresa, sei vera. Ti seguo sempre con affetto, infaticabile ambasciatrice di speranza. Max.
RispondiEliminaUna bella intervista cara amica, e solo chi ancora non ti conosce può stupirsi. Fine letterata e nei versi sempre le emozioni dell'anima che riversi nelle tue poesie e che giungono dritte al cuore del lettore, e questo è far poesia.Il resto...è tutta bella prosa ancora da scrivere ma questo lo lasciamo ad altri tu continua il tuo cammino letterario ricco di meritati successi. Un abbraccio sincero cara amica.
RispondiEliminaMaria Teresa, mia cara amica, anche se da poco tempo, trovo nelle tue espressioni simpatiche attinenze con me...
RispondiEliminaTi complimento per le svariate sfumature del tuo verbo.
Sei una personcina " Comme il faut " direbbero in Francia.
Sono felice di esserti amica.
Onorata della vostra attenzione, Antonio, Caterina, Max, Rosa e del tempo dedicatomi; le vostre parole generose sono linfa per me che attingo anche dal vostro affetto. Grazie infinite a voi, amici di penna e di Pensiero. Un ringraziamento particolare alla professionalità della giornalista Elisabetta Ciavarella e alla sua eleganza nell'approcciarsi e nei modi. Grazie di cuore a tutti. Ancora in Viaggio ci ritroveremo.
RispondiEliminaGrazia a te Maria Teresa, donna intelligente, elegante, sensibile e raffinata
EliminaCara Maria Teresa ho letto la tua intervista, l'ho bevuto in un solo sorso, mi è di grande aiuto per conoscerti meglio, per poterti apprezzare di più per quanto vali, Sei seria, professionalmente preparata e precisa nel tuo lavoro, qualità che utilizzi anche quando segui il cammino dei tuoi Artisti e poeti compagni di viaggio.
RispondiEliminaMi ha fatto piacere scoprire che c'è ancora qualcuno di cui potersi fidare, abbiamo tanto bisogno di belle persone come te e Massimo Massa. Mi sono tuffata per un attimo in un bel mondo pulito dove Arte e Poesia camminano tenendosi per mano, regalando serenità e pace. Sono felice di aver avuto la possibilità di collaborare con voi anche se per poca cosa come la partecipazione al vostro libro LE MANI DEI BAMBINI.
Sei tutta una piacevole scoperta. Sono felice e di nuovo ti ringrazio di vero cuore. Un abbraccio Vittoria Salati
Cara Vittoria, ho trovato ancora adesso il tuo commento che era in attesa di moderazione e non avevo controllato ce ne fosse un altro. Grazie per l'attenzione e concordo perfettamente con te sulla mirabile personalità di Maria Teresa e sulla fortuna nell'averla conosciuta. Un caro saluto
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