mercoledì 13 agosto 2014

Intervista ad Antonio De Cristofaro


I libri, nutrimento per l’anima

I miei romanzi nascono dalla mia immaginazione, dalle esperienze di vita vissuta. Scrivere per me è come un prolungamento dei miei sogni ad occhi aperti, messi nero su bianco”, per Antonio De Cristofaro, nativo di Bellona, in provincia di Caserta.
Attualmente egli risiede a Corbetta, in provincia di Milano, dove svolge la professione di insegnante di lingua e civiltà inglese.
Mi piace descrivere ciò che immagino rendendolo il più aderente possibile alla realtà, nella mente del lettore. Mi attengo ad un precetto letterario del mondo anglosassone che dice Non dire, mostra!”.
Nel 2007 pubblica un lungo racconto dal titolo “Vite spezzate, il sogno e la memoria”, (Maremmi Editori Firenze), una storia di intrinseca drammaticità che risulta spezzata nel racconto, come è spezzata la vita di Ada e delle donne e degli uomini che le stanno intorno. Nato da un’esperienza personale è un racconto semiautobiografico.
Nel 2011 invece, il suo primo romanzo “Lucrezia Borgia, vita intima di una principessa”, (La Riflessione, Davide Zedda Editore), in cui narra la storia romanzata di Lucrezia Borgia, famosa figura femminile del Rinascimento italiano. “Non è stato facile calarmi nella realtà della protagonista, ma ho cercato di rivivere le sue vicissitudini attraverso l’essere di donna del suo tempo”.
Ed un secondo romanzo, Giada, in cui ancora una volta la protagonista è una donna, stavolta però dei tempi nostri.
“Cosa significa per te leggere un libro, invece che scriverlo?”.
Leggere un libro per me è un arricchimento incalcolabile. Attraverso l’autore di quel libro entro in relazione con il suo mondo interiore, in un certo qual modo mi approprio del suo vissuto. I libri sono il cibo della mia anima, del mio essere, del mio pensare, del mio riflettere sulle cose della vita. Essi inoltre, sono stati di grande aiuto ed insegnamento. Ed è forse proprio per la grande quantità di libri che ho letto che sono un grande sognatore…”.
“Ma quale altra passione hai?”.
La prima passione è quella della lettura, non passa giorno della mia vita che non legga almeno qualche pagina di un libro. Poi mi piace lo sport, da giovane ho praticato il calcio e la pallavolo, però, il calcio è stato ed è tuttora il mio sport preferito. Ero e sono anche un appassionato di ciclismo. Fino a qualche anno fa andavo in bici da corsa per divertimento, ma purtroppo un problema alla colonna vertebrale, mi ha impedito di continuare ad usare la mia amata bici! Ora la usa mio figlio, il quale ha praticato per dieci anni lo sport del ciclismo, fino ad arrivare alla categoria di Juniores con discreti risultati. Mi piace ascoltare la musica; sono rimasto ancorato ai gruppi degli anni settanta, Pink Floyd e Genesis, ma  amo molto anche la musica classica. Le mie opere preferite sono Le quattro stagioni di A.Vivaldi e La nona sinfonia di L.V. Beethoven. Ovviamente, l'altra grande mia passione è quella della scrittura”.
“Se dovessi inserire nella trama di un tuo libro delle persone a te care o vicine, quali inseriresti e quali non?”.
Ho già provveduto ad inserirle quasi tutte, nelle mie prime tre opere, che in ordine cronologico sono: Vite spezzate, il sogno e la memoria; Lucrezia Borgia, vita intima di una principessa e Giada. Non sono uno che porta odio anche se mi si fa del male, pertanto, direi che quando mi capita di descrivere dei personaggi mi rifaccio quasi sempre a persone da me conosciute, sia parenti che amici o semplici conoscenti che hanno in qualche modo lasciato un ricordo nella mia mente. Con i primi tre libri, che considero una trilogia, ho inteso pagare il mio tributo all'elemento femminile che è stato preponderante nella mia formazione personale, caratteriale e culturale. Il mio prossimo romanzo però, vedrà come protagonista finalmente un uomo!”.
Ed uno scrittore con una forte passione per la lettura come Antonio De Cristofaro, dimostra che un bravo scrittore, prima di scrivere, è sempre un buon lettore.
                                                                                                        ellybetta
                                                                                         


mercoledì 6 agosto 2014

Un Uomo muore davvero solo quando muore l'ultimo dei suoi sogni!”

Una frase cara questa a Diego Romeo, scrittore dalle origini napoletane, ma che attualmente risiede a Roma.
“Quando Diego hai iniziato ad interessarti alla scrittura?”.
Mi sono avvicinato alla scrittura in un certo senso per gioco. Fin da quando avevo 13 anni infatti, scrivevo delle piccole storie per giochi di ruolo con i miei amici. Con il tempo le storie poi, si sono fatte sempre più complesse ed articolate, fino a quando 5 anni fa, ho iniziato a scrivere la prima bozza,molto diversa dalla forma attuale del testo del mio romanzo”.
Due sono le saghe scritte. La prima è Racconti delle Lande Percorse, di cui Diego Romeo ha pubblicato due libri, Come nasce un Cavaliere e La Grande Guerra.
La seconda saga è invece: Gli eroi delle Lande Percorse, di cui ha pubblicato solo un racconto gratuito, come test pilota per farsi conoscere meglio.
“Nei tuoi libri Diego cosa è possibile scoprire?”.
Nel mio primo libro Come nasce un Cavaliere, ho descritto due sistemi, due Imperi, quello Celeste e quello del Drago che, dopo secoli di equilibrio, si affrontano con tutte le forze disponibili. In uno scenario, a tratti steampunk, si intrecciano storie di vari personaggi, semplici o eroici, quali Generali, draghi, anonimi servitori, in un clima di presagi, ma con un epilogo sorprendente. Invece, nel secondo libro, La Grande Guerra, descrivo duelli e battaglie che diventano feroci e, quando tutto sembra perduto, il finale giunge inaspettato… Anche il mio ultimo romanzo della saga Gli eroi delle Lande Percorse, è all’insegna della fantasia e dell’avventura! ”.
Con stile epico e linguaggio ricercato, Diego Romeo intreccia ideali di fratellanza, pace ed uguaglianza.
“Perché la ricerca di tali valori che oggi purtroppo è sempre più raro ritrovare?”.
Nel 1994 mi sono unito ad un’Organizzazione cattolica e ho scoperto il fascino e la bellezza del diverso e del distante. Ho inoltre trascorso la mia adolescenza e la  maturità fra stranieri, disabili, Rom e poveri, anziani, adulti e bambini. Da loro ho appreso che cosa è la vita, la gioia ed il senso di gratitudine”.
Diego Romeo attualmente, con una laurea in Lettere e Filosofia, indirizzo storico religioso, lavora come impiegato.  Ma oltre all’amore per la scrittura Diego si diletta nel dipingere miniature, cucinare e leggere.
“La tua vita in un certo senso, la consideri avventurosa come quella dei personaggi nei tuoi libri?”.
La mia vita è sicuramente molto avventurosa. Non solo perché ho due bambini, ma soprattutto perché occupandomi del sociale, come volontario, mi trovo a lavorare per i disabili, stranieri e Rom. Ti assicuro che in Italia, fra leggi non adeguate e forti pregiudizi, il lavoro non è mai facile qui e mi trovo, insieme a tutti gli amici che lavorano con me, spesso a dover lottare anche per i diritti più elementari, come la scuola. Ma io sono ottimista e quindi non demordo”.
“Quale avventura ti piacerebbe vivere nel futuro reale?”.
Nella vita reale ho già la fortuna di assaporare tutte le emozioni più belle e forti che una persona normale come me può sperare di vivere, come avere al mio fianco una bellissima moglie e due splendidi figli. Dunque non ho proprio esigenza di vivere altre avventure. Forse vorrei prodigarmi di più per la pace, ma è un discorso troppo vasto…Una confessione però, la devo fare.…darei non so che cosa per vivere anche solo una delle avventure che descrivo nei miei romanzi”.

Ed è proprio a questo che servono i libri come quello di Diego e di tutti gli scrittori del mondo, a far vivere tutto ciò che non si può… e l’uomo che sogna non morirà mai…, come nel motto a lui più caro.
                                                                                                                     Ellybetta