mercoledì 15 ottobre 2014

Ramona Parte Terza

Ramona Parte Terza

Il loro era un rapporto che si stava consolidando anche se in quella estate del ’64, la gente non era preparata per rapporti di coppie senza vincolo di matrimonio.
Decisero di lì a breve di sposarsi e di realizzare una famiglia. Il tempo di fare un po' di conti e organizzare il matrimonio con pochi intimi, che si ritrovarono a fine anno sposati. Passarono alcuni anni nella conduzione familiare accresciutasi con la presenza di Aurora, una dolce bambina vero orgoglio di Ramona ed Antonio. Ne andavano matti entrambi e quella figura non faceva altro che rafforzare il loro legame. Eravamo nel pieno ’68, data storica per l'Europa e successivamente per l' Italia che rappresentò la contestazione giovanile con un cambio generazionale a livelli politici ed un vero boom economico. In quegli anni Antonio andava spesso a Roma per carpire notizie da poter pubblicare, mentre Ramona era impegnata nel ruolo della madre e qualche trafiletto di notizie locali. Antonio era quasi sempre assente, per via dei reportage che doveva sostenere e, come spesso accade nei vari viaggi, conobbe una giovane donna di 26 anni, Ramona ne aveva 10 di più, con la quale dopo qualche tempo iniziò ad instaurare una frequentazione. (Luigi de Vivo).
Ramona lo sentiva sempre più distante e un giorno per caso scoprì un biglietto con un indirizzo. Aspettò il marito che uscisse di casa e assistette all'incontro con la sua amante. Scappò disperata, tornò a casa, fece in fretta e furia una valigia e con la bimba scappò a Milano. Il suo cuore era a pezzi! Mai avrebbe creduto...prese il primo treno e con lo sguardo pieno di lacrime rivolto al finestrino, giurò a se stessa che mai più avrebbe permesso ad un uomo di farla soffrire! Ah il suo Antonio! Questa era grave e sapeva di non poterlo perdonare. "Mamma, perché piangi?". "No, vieni qui piccola mia, abbracciami, il treno é pieno di moscerini...dormi, tesoro mio..." (Ellybetta).
 Ripensò alla sua rinuncia di anni prima, ma non era pentita lo avrebbe rifatto... cos'era cambiato? Forse la sua voglia di essere madre lo aveva relegato a un ruolo marginale dentro la famiglia? Si era sentito trascurato? Decise.... se lo sarebbe ripreso, ma come? Non certo facendogli scenate, bensì spingendolo ancora di più verso di lei, troppo comodo tradirla con una che i primi tempi mostra solo il lato buono, no, lasciandola l'avrebbe rimpianta, invece frequentandola di più, avrebbe scoperto anche i lati negativi. Ritornò a casa, come una furia prese il telefono, chiamò Antonio e gli comunicò che la casa era inagibile a causa di un allagamento. “Che restasse pure a Roma finché i lavori non terminano... voglio vedere” pensò, “se vivendo con lei non salta fuori qualche rogna!”. Alla sera quando lui telefonava il suo cuore piangeva, gli passava la bambina perché la sua voce era rotta dal pianto, lo sentiva felice e non sembrava affatto desideroso di tornare a casa, cominciò a chiedersi se forse aveva esagerato. Nel frattempo Antonio si era pentito mille volte. Ma che voleva da lui? Pensava che alla sera stanco morto la portasse in discoteca? Non ne poteva più di tutti i suoi piagnistei... telefonò a casa... lavori fatti o no aveva deciso di tornare, si sentì sprofondare quando Aurora gli comunicò di aver preso il morbillo...non poteva tornare...era l'unica malattia che non aveva avuto.
(Mara Paviola).
Passarono alcuni giorni di contatti telefonici, perlopiù tra Antonio e Aurora. Ramona stava maturando sempre più l'idea di cambiare posto e di trasferirsi a Milano, dove fortunatamente stava una zia un po' avanti negli anni rimasta vedova del marito. Ramona era soprattutto alla ricerca della felicità sua e di sua figlia, dati gli eventi accorsi che non lasciavano più sperare in un amore. La bugia del morbillo le fu utile per organizzare il suo trasferimento a Milano, preoccupandosi di non andare all'avventura ma di aver creato dei contatti utili per il suo lavoro.  Il pensiero di Antonio scemava nella mente di Ramona facendo posto al desiderio di realizzare qualcosa di grande per se è per Aurora. Dopo i primi giorni di Germania nella città e un po’ di ambientamento, Ramona prese contatti con una testata giornalistica dove dopo un colloquio di conoscenza e, dato che il suo era un curriculum di tutto rispetto, iniziò a far parte del giornale. Si era quasi sopraggiunti alla fine degli anni ’70 e Ramona insieme ad Aurora ormai dodicenne e alla zia Antonietta conducevano la loro esistenza in una città che rappresentava uno dei fulcri del cambiamenti della vita sociale in Italia. Ramona acquistò una Seicento bianca della Fiat, macchina utile ai suoi spostamenti. La vita a Milano era un tumulto continuo di innovazione e di ispirazione, anche se il periodo fu caratterizzato da atti violenti e intimidatori da parte di bande armate che rivendicavano attentati contro lo Stato. La modernità, così come era intesa, prendeva il passo alla conclamata e classica famiglia patriarcale. Iniziavano ad aumentare le coppie separate, ed in questo per alcuni aspetti Ramona ne era consolata, poiché erano diradati gli incontri con Antonio e Aurora.  Ormai stava iniziando a prendere le sue decisioni sugli studi da proseguire. Difficilmente una donna  di carattere e determinata come Ramona, complice anche il suo aspetto fisico che malgrado avesse superato i 40 anni e i segni della vita ne avessero rimarcato i segni, era pur sempre una donna interessante e attraente. In cuor suo Ramona aveva fatto posto prioritariamente alla figlia senza badare a coltivare i suoi sentimenti verso altri. Ed ancora difficilmente nella vita una persona non ottiene i risultati sperati e creati poco alla volta con abnegazione e sacrificio. Ramona aveva smesso di fare la giornalista di cronaca, anche se ebbe la possibilità di piazzare alcuni scoop che la resero nota nell'hinterland milanese, per dedicarsi alla direzione di una testata di moda. Quale futuro migliore per una donna dirigere una rivista di moda nella capitale della moda stessa! (Luigi de Vivo).
Ma i sentimenti avevano il primo posto nel suo cuore, nessuno aveva preso il posto di Antonio, si chiedeva spesso come erano arrivati a quel punto, forse l'orgoglio, o il fatto di non accettare il tradimento, ma la vita continua e ora era pronta a riprendere in mano la sua vita sentimentale. Dirigere una rivista di moda le dava la sicurezza economica di cui aveva bisogno, per lei e Aurora. Ma questo non bastava a riempire la sua vita, voleva amare, voleva incontrare Antonio e vedere se veramente l'amore era finito (Mara Paviola).
Le giornate si accavallavano una sull'altra, i rapporti con i collaboratori erano buoni e nel frattempo con la crescita di Aurora cominciava a avviarsi nel cuore di Ramona il desiderio di poter condividere le sue conquiste con un uomo che le potesse dare nuovamente il famoso friccichio al cuore (Luigi de Vivo).
 
E quell'uomo non poteva essere che Antonio (Mara Paviola). 
Ma durante una sera mondana in una prestigiosa villa, dopo una sfilata di alta moda con i migliori stilisti sulla piazza, in cui erano presenti molti personaggi della Milano Vip, tra cui le fu presentato un uomo dal piacevole aspetto e dai modi cortesi. Si trattava di Carlo che ebbe la capacità di far trascorrere la serata a Ramona con il suo raccontare ed il tempo ritornò a bloccarsi... Il piacere della disquisizione dialettica di quel personaggio aveva fatto dimenticare a Ramona il perché si fosse ostinata a considerare tutto il genere maschile da mettere al bando. Una seconda vita, pensava Ramona nella sua mente quando alla fine della serata si ritrovò nel suo letto a rimuginare sull'accaduto. Fra le tante cose che Carlo aveva proferito durante il dialogo, si era intuito che stava parlando un imprenditore affermato che nessuna limitazione la vita poteva regalare (Luigi de Vivo).
Ramona era profondamente scossa. Per la prima volta nella sua breve tormentata esistenza, un uomo si era rivolto a lei con sincerità. La amava davvero ed era profondamente diverso dagli altri uomini. E per la prima volta, avvertì un brivido particolare, mai provato prima; sentiva finalmente l'amore scorrere da lui verso di lei. (Raffaele Magliulo).

Ma Carlo le trasmetteva anche una certa inquietudine... troppo perfetto...troppo per essere vero... si ripromise di prendere informazioni su di lui. Cominciarono a frequentare le stesse persone, gli stessi posti e, dato che le informazioni ricevute erano ineccepibili, cominciò anche a lasciarsi andare alle emozioni. Nel frattempo Marco, un commissario un po' fuori dal comune per il suo acume e competenza, stava guidando la sua auto, lasciando vagare i pensieri e chiedendosi perché volesse passare il resto della giornata libera a indagare su un assassinio. C'era qualcosa che non lo convinceva in quel crimine, il suo migliore amico e collega era stato ucciso durante un'ispezione. Una cosa di normale amministrazione si era rivelata qualcosa di grosso
che portava a un noto trafficante di droga mai preso e mai visto. Lo chiamavano "il fantasma". Aveva visto molti omicidi nel corso della sua carriera, ma questo era diverso da tutti, troppo macchinoso, troppo organizzato per far pensare a un suicidio, eppure
i suoi superiori ne erano convinti e avevano chiuso il caso. Il suo amico non si sarebbe mai ucciso, lui lo conosceva bene! Purtroppo però era andato da solo in quel luogo senza avvertire nessuno e ci aveva rimesso la vita. Ora toccava a lui scoprire cosa era successo veramente. Carlo dal canto suo sapeva invece di avere un potere su Ramona e non si faceva scrupolo ad usarlo. L'attrazione che la donna manifestava per lui era l'ideale per tenerla legata a sé e questo gli serviva per avere le notizie di prima mano che gli interessavano e visto anche che Ramona era amica del giornalista occupato sul caso del fantasma... (Mara Paviola).

Intervista a Tony D'Aloia

Ama le persone vere e sincere, Tony D’Aloia

Un cantante foggiano, Tony D’Aloia, che ha iniziato ben presto e tutto da solo, già dall’età di 12 anni.
 “Tony, qual è il tipo di musica che prediligi?”.
La musica che più mi piace è quella di tipo piano bar, ma amo anche la musica soul”.
“Quali strumenti suoni?”.
So suonare sia la chitarra che il pianoforte, però adoro soprattutto cantare”.
“A quale cantante ti ispiri?”.
Mi ispiro al grandissimo Ray Charles, ma canto un po’ di tutto”.
“Ti esibisci da solo o in compagnia?”.
Mi esibisco quasi sempre da solo, a volte in coppia”.
“Dove canti o suoni di solito?”.
Canto durante serate di piano bar, matrimoni e feste di ogni tipo. Mi piace in particolare esibirmi alla Villa dei Gourmets a Foggia, che è un locale molto raffinato”.
“Cosa ti gratifica maggiormente?”.
L’apprezzamento della gente mi gratifica moltissimo e le persone che sono vere e sincere”.
Tony ha suonato in molte regioni italiane ed in tantissimi locali e chiedendogli se ha però qualche rimpianto, risponde che è quello di essere tornato al Sud.
Condizione questa che però purtroppo accomuna anche vari altri artisti che avrebbero bisogno di maggiori gratificazioni personali e soprattutto di opportunità lavorative, carenti ai giorni nostri.

Ma Tony si è accontentato guardando oltre.
                                                                                                                Ellybetta

mercoledì 8 ottobre 2014

Intervista a Marco Ghirardelli

Marco Ghirardelli, dall’incontro con Mina a Bennato
ed alle varie esibizioni artistiche

Nato a Boario Terme, in Val Camonica, Marco Ghirardelli, inizia fin da giovanissimo a suonare la batteria.
“Marco, cosa ricordi di più di quegli anni?”.
Ricordo i miei amici di infanzia con i quali mi dilettavo a suonare una batteria realizzata con cartoni, pentole e coperchi…”.
Autore di testi e di musiche, si è esibito negli anni 60-70 con il gruppo dei Forrest, ben noti nel bresciano e nel bergamasco, incidendo con essi dischi di buon successo. Inoltre da cantante jazz negli anni ’80, si è esibito in numerosi teatri in Italia e all’estero ed ha lavorato a lungo come capo animatore in noti villaggi turistici.  E’ stato anche direttore di alcune aziende ed ha scritto per alcuni giornali, nel campo della pubblicità cinematografica e redazionale.
“Insomma Marco, ti sei dato da fare in molti campi, come musicista, cantautore ed arrangiatore. Forse qualcos’altro?”.
Ebbene sì. Sono stato pure ritrattista, illustratore e scrittore”.
“Ma per esercitare tutto questo cosa occorre?”.
Occorrono sensibilità, fantasia o la capacità di lasciarsi andare, seguendo le proprie suggestioni. Anche curiosità e cultura sono essenziali. Penso però che il talento che si nasconde nel cuore di ciascuno di noi, sia pronto ad emergere in tutta la sua forza a vent’anni, come a settanta”.
“Marco, quale la tua prima opera?”.
Un vivacissimo romanzo storico sui conti Martinengo Colleoni di Cavernago e di Brescia; primo libro di una trilogia. Il romanzo narra delle avventure di una mia antenata, Camilla Cecilia Riccardi, nipote dei Conti Provaglio e figlia dell’ultima discendente dei Colleoni. Un libro denso di episodi che si snodano nell’intreccio di un thriller, come prima parte del romanzo. Nella seconda parte invece, è possibile ritrovare intime ed appassionanti considerazioni riguardo il mondo medioevale”.
“La tua passione per il disegno quando è nata?”.
Fin da bambino. Già in seconda media vinsi un concorso nazionale di disegno per le scuole, con una tavola dedicata allo sbarco di Garibaldi a Calatafimi. In prima ragioneria fondai un giornale studentesco, insieme ad altri studenti ed iniziarono anche le mie prime caricature”.
“I racconti invece?”
Collaborai con un mensile in cui vennero pubblicate diverse puntate di miei racconti gialli, con atmosfere alla Hitchcock e che arricchivo anche con i miei disegni”.
“E la musica?”.
A dir il vero avevo intrapreso la carriera musicale con una mia band e mi allontanai per fare nuove esperienze in Svezia, Olanda e Danimarca ed incisi anche un disco, ma al ritorno ripresi a disegnare, infatti fui accolto nel team di disegnatori del Maestro Sandro Angiolini”.
“Quindi nella tua vita hai alternato periodi dedicati al disegno, alla scrittura ed alla musica. Come si chiamava il tuo gruppo e cosa suonavi?”.
Ho sia cantato che suonato chitarra e batteria nella band i Forrest, il cui singolo di esordio fu Ascolta il Mare/Non serve piangere, con atmosfere di fine anni ’60 inizi ’70”.
“Incontrasti anche Mina, come e quando avvenne?”.
Il Maestro Vittorio Buffoli, Presidente della giuria in un concorso per cantanti, scoprì la nostra band. Venne premiata al Teatro di Pontoglio (Bs), sia l’interpretazione  del cantante e chitarrista Renato Foresti, che io per il mio assolo di batteria, ispirato al celebre I see you in my drums, degli Shadows. Fu allora che mi si prospettò la possibilità di suonare con Mina ed a malincuore mi allontanai dai Forrest. Iniziai così le prime prove con la grande stella della canzone italiana a Chiari. Mina ormai era un mito. Era splendida e con una spiccata personalità. Conobbi anche il celebre impresario Elio Gigante. Peccato però che per un equivoco, alla fine venne convocato un altro batterista e sfumò il mio sogno di suonare per lei…”.
“Cosa più ricordi di Mina?”.
Ricordo la sua gentilezza nei miei confronti; forse le ricordavo il fratello da poco scomparso alla mia stessa età di allora. Mi è rimasto impresso l’episodio del ferro da stiro, descritto anche nel mio blog; il ritratto che le ho fatto al ristorante su di un tovagliolo con il pennarello, prima della sua esibizione e del quale ha molto riso… Ricordo le prove fatte insieme a casa del suo pianista ed arrangiatore, il Maestro Buffoli di Chiari, in concomitanza del Festival di San Remo, alla cui edizione lei già allora non aveva voluto partecipare ed il suo sano appetito e gradimento della buona cucina bresciana che la moglie di Buffoli sapeva preparare. Ricordo ancora la sua stima nei confronti di Claudio Villa in quelle serate a San Remo e del pezzo che aveva portato là. Mina era semplice, genuina, spontanea e dolcissima, oltre che molto brava e con un’estensione vocale da impressionare. Poi però i Forrest mi riaccolsero, ma non suonai più le percussioni e passai alla chitarra”.
“Suonasti anche con Bennato?”.
Sì, tenni con lui qualche concerto, ma con il successo andò via, lasciandomi in regalo la sua armonica a bocca, con un piccolo aggeggio per posizionarla davanti al viso e che lui stesso costruì”.
“Di Edoardo, quale aspetto ti ha più colpito?”.
Di Bennato mi ha colpito l’irriducibile tenacia nel perseguire il proprio obiettivo. Mi ha deluso non averlo più sentito, nonostante l’amicizia e che non mi abbia più cercato, appena diventato famoso. E che non mi abbia dato una mano…(cosa che io avrei certo fatto con lui), quando ci siamo incrociati ad un provino alla casa discografica Numero 1 di Lucio Battisti, nella quale ormai lui era ben inserito e già incideva i suoi 45 giri. Naturalmente anche la sua ecletticità e bravura. Ho imparato diverse cose da lui, a proposito del modo di suonare le 12 corde e l’armonica a bocca. Lui invece mi diceva “Avessi io la tua voce…” Inoltre insieme abbiamo  registrato un pezzo, che però è poi andato in onda in modo diverso, tempo dopo. È venuto anche con me a Milano, supportandomi con la sua chitarra in un pezzo che si chiamava Jasmine, realizzato poi con altro titolo nel mio ultimo  Cd”.
“Insomma Marco hai conosciuto grandi artisti e tu stesso hai ottenuto l’ammirazione di grandi nomi come Fausto Papetti e Giorgio Gaber, una vita molto movimentata la tua, con varie incisioni di Cd, anche con il nome di Marco Forti. Numerose dunque le tue attività, dal pubblicitario alla collaborazione con testate giornalistiche, all’imprenditoria, ma  nel prossimo futuro hai qualche altro progetto in cantiere?”.

Appena ne avrò il tempo, porterò a un editore la raccolta delle mie oltre cento poesie, scritte quasi per caso all’inizio e che poi, sempre più mi è piaciuto, giorno dopo giorno, pubblicare su Facebook, per la schiera di amicizie che hanno dimostrato davvero molto interesse a questo riguardo, spingendomi a scriverne altre sempre nuove e su temi diversi; gioiose o delicate o anche un po’ tristi a volte, ma sempre scritte di getto”.
                                                                                                         Ellybetta

Ramona Parte Seconda

Ramona Parte Seconda

Dei due, per niente imbarazzati, Bernardo disse ad Alessio, che la cameriera poteva rientrare fra i personaggi del film, non ricordandosi più della bella Ramona. Alessio, che in cuor suo non l'aveva affatto dimenticata, rispose che avrebbe sicuramente convinto la cameriera a recitare per il film. Fra la fine del drink e prima di andar via, Alessio ottenne il numero del telefonino di ramona con la promessa di contattarla il domani lavorativo (Luigi de Vivo).
Ramona...un nome che racconta tutta la sua vita, condannata ad essere giudicata dall'apparire piuttosto che dall'essere...si domandava se esiste davvero l'amore... quello vero...quello che il papà le descriveva con tanto trasporto. Già dal giorno in cui lui venne a mancare nessuno più era riuscito a farle respirare Amore... Il suo statuario corpo era stato violato senza la minima tenerezza...ed imparò presto ad usare quel corpo...a nascondere la sua sensibilità ...recitare...cos'altro fare in un mondo senza amore? Interpretare i sentimenti per non sentire il vuoto di dentro...ed i suo occhi volgono al cielo. Alessio...troppo perfetto vero papà...tanto perfetto...troppo, vederlo seduto lì con un uomo accanto...e la verità si rivelò nuda ed a testa bassa girò le spalle a quell'ennesima illusione ripeteva per farsi forza... Mi chiameranno...sì! Mi chiameranno... (Laura Aller).
Ma la tensione degli ultimi avvenimenti crea in Ramona uno stato di ansia che le impedisce di vivere come vorrebbe. L'ansia è però per lei uno stimolo che la porta ad analizzare concretamente la situazione che sta vivendo, a fare un bilancio di come ha vissuto...delle cose che ha realizzato. Inizia così per lei un viaggio interiore per scoprirsi e trovare la sua vera identità. Forse è giunto il momento di cambiare...di ricreare la sua vita...magari con nuove e diverse opportunità lavorative...
(Mariella Riboldi).
Ramona si era rivolta anche al suo più caro amico e confidente, Pietro, per poter comprendere quella parte di sé ancora oscura e inesplorata. Sperava che la aiutasse per affrontare serenamente le sfide della vita, dopo la terribile avventura capitatale. Lui, segretamente innamorato di lei, la aiutò davvero tanto, forse troppo, rendendola dipendente da lui. E questo lui non voleva. Così un giorno sparì senza
lasciare alcun messaggio, vocale o scritto che sia, lasciando Ramona nel buio più totale, nello smarrimento più completo. (Raffaele Magliulo).
Il giorno dopo però, con grande sorpresa squillò il suo cellulare..si trattava di Alessio..."Hai ottenuto una parte, anche se non é quella da protagonista,
ma ne hai ottenuto anche un'altra di parte…
" E lei con voce tremolante "Di cosa si tratta?". Lui: "Hai ottenuto una parte nella mia mente..é da ieri sera che non faccio altro che pensarti...vorrei conoscerti meglio, permettimelo..." Ramona non poteva crederci... Alessio, bruno, occhi verdi e corpo atletico, un uomo giovane e ricco di fascino, iniziava a corteggiarla! L'appuntamento era per la serata ed una cena romantica in uno dei più bei locali... (Ellybetta).
Della città, Caesar era il ristorante più frequentato da altolocati e affini. Ramona era uno splendore nel suo abito lungo da sera color blu chiaro che mettevano in risalto la lunga chioma bionda. Borsetta a bustina nera abbinata ad un magnifico paio di scarpe a spillo, rigorosamente nere. Lui abito da sera con cravatta. Nel locale si ascoltava una musica di sottofondo live con un pianoforte e vocal. Alla fine della bella serata trascorsa, Alessio accompagnato Ramona a casa e, senza tentare come spesso le era accaduto nel passato, di farsi invitare su, la salutò ricordandole di presentarsi sul set il mattino dopo. Il grande giorno era scoccato e, seppur accompagnata da agitazione e ansia, Ramona si trovò proiettata nel casting a girare la mattina da un padiglione all'altro dei vari set cinematografici, senza per tutta la giornata essere riuscita a mettere a fuoco cosa le stesse accadendo. Era tutto nuovo. Una seconda esistenza? Attori, comparse, regista e tutte le figure della parte organizzativa, truccatori, costumisti, cameraman, fonici, elettricisti, direttori audio, direttori fonici,giraffe volanti, macchine strane, praticamente un mondo dentro il mondo dove Ramona iniziava a prendere corpo. Il primo giorno Ramona fece una comparizione muta in una scena del film. E pensare che tutta la giornata si riassumeva per lei, in una semplice apparizione. Trascorsa la giornata senza aver avuto un vero dialogo con Alessio, la sera Ramona invitò a cena Ester desiderosa di raccontarle della sua giornata. Dal Caesar alla paninoteca da Gianni la differenza era notevole, anche se francamente era il loro vero habitat naturale. Fra un bicchiere di vino, un panino e quattro risate Ester avanzava ipotesi sul comportamento di Alessio. Trascorsero alcuni giorni impegnata fra set cinematografico e serate mondane invitata da persone conosciute all'interno del casting. Le sue apparizioni all'interno della trama cinematografica non lasciavano ben sperare ad un punto di svolta della sua esistenza. Ramona, che aveva anche intrapreso a frequentare degli stages teatrali durante il periodo universitario di scienze della comunicazione, era consapevole che aveva necessità di chiudere i tempi verso una vita decorosa. Era sopraggiunto sabato ed il casting era fermo. Una mattinata di relax da passare insieme ad Ester in giro per negozi. Soffermatesi a guardare vetrine, Ramona venne attratta dalla presenza di una macchina parcheggiata, una BMW di grossa cilindrata con un tizio al volante e con il motore acceso. Dapprima la curiosità venne piano piano scemando quando Ramona iniziò a mettere su castelli e ipotesi di cosa stesse facendo quel tizio, quando all'improvviso sbucarono da dietro l'angolo due individui che frettolosamente saliti a bordo della macchina, presero il largo a tutta birra. A breve la notizia di una rapina ad una gioielleria dietro l'angolo. Ramona facendo una semplice associazione di idee e di ricostruzione degli avvenimenti accaduti, capì chi erano stati gli esecutori. Grazie alle sue capacità mnemoniche era in grado di riconoscere i responsabili della rapina. In lontananza sirene spiegate e macchine a tutta velocità avevano circondato il perimetro della rapina. I vocii delle persone si confondevano nell'aria mentre il territorio circostante si riempiva di uomini in divisa che iniziavano a fare domande ai passanti. Lì vicino un giovane uomo con un book notes che prendeva appunti. Istintivamente Ramona gli si avvicinò e, ad un semplice e primo approccio, fece intuire al suo interlocutore che aveva visto l'accaduto e che poteva fare un identikit dei ricercati. Grande, esclamò Antonio il giornalista, e subito invitò Ramona a raccontargli dell'accaduto ricevendo in risposta il numero del cellulare di Ramona e che si sarebbero potuti incontrare il giorno dopo. Erano le 8,00 di mattina, i raggi del sole avevano completamente Illuminato la stanza. Ramona era desta contro le sue abitudini e rimuginando fra se stessa d'impeto, iniziò a buttare giù un trafiletto di cronaca, reminiscenze scolastiche, quando squillò il telefonino. Antonio,dall'altro capo, invitò Ramona per un caffè e concordarono di incontrarsi all'Emoticon bar. Il mattino dopo i due si incontrarono. Antonio, che non era un fusto ed aveva un aspetto un po' trasandato, con la barba di qualche giorno prima, disse che la testata giornalistica Il Magazine avrebbe sicuramente pubblicato il servizio. Rimasero che si sarebbero risentiti. Il lunedì mattina Ramona andando al set cinematografico, passando davanti ad un edicola venne attirata dal trafiletto frontespizio del giornale
locale Magazine, dalla notizia di cronaca firmata Antomona. La notizia parlava della rapina del giorno prima, pari alla bozza che Ramona aveva consegnato ad Antonio a firma Antomona. Nella lettura Ramona riconosceva il suo scritto, anche se non era integrale. Sul set Antonio la contattò e fissarono di vedersi la sera. Antonio e Ramona
si risvegliarono la mattina dopo abbracciati nello stesso letto. Antonio si prestò ad accompagnare Ramona sul set. Trascorsero alcune settimane e i due si frequentarono quotidianamente risvegliandosi qualche mattina a casa di Antonio e qualcuna a casa di Ramona. Nel frattempo il film volgeva alla fine ed Antonio propose a Ramona di collaborare nella ricerca e stesura di articoli giornalistici. A tal proposito aveva fatto incontrare Ramona con il redattore capo del Magazine. Inizialmente gli articoli venivano firmati Antomona, finché Ramona ottenne la sua colonna dedicata dove poteva firmarsi col proprio nome. (Luigi de Vivo).
Ramona si rivelò talmente brava a scrivere articoli che Antonio si sentiva in qualche modo geloso dei complimenti fatti dal redattore. Sapeva di essere ingiusto, ma non poteva farci niente, era geloso e non voleva ammetterlo neanche a se stesso. Ormai Ramona gli era diventata indispensabile, come far conciliare la vita privata con il lavoro? (Mara Paviola).
L'epilogo di quel rapporto, non più sincero e spensierato si ebbe il giorno in cui Alberto, il redattore capo propose a Ramona di trasferirsi a Roma e collaborare con un giornale a caratura nazionale. (Luigi de Vivo).
Ramona si trovò costretta a scegliere tra l'amore e il lavoro, pensò che di lavori se ne trovano sempre, ma l'amore se è quello giusto non lo trovi più. Era vero che il rapporto si era un po' deteriorato ma avrebbe fatto in modo di farlo brillare di nuova luce. Un anno dopo, passeggiando in riva al mare Antonio, prendendole il mento tra le mani e alzandole il viso per guardarla negli occhi, le disse "Ti Amo".

(Mara Paviola).

Ramona Parte Prima

Ramona Parte Prima

Era una serata magnifica. I grilli cantavano. Si affacciò al balcone e rapita nei pensieri volse il suo sguardo lassù nel cielo...L' indomani era prevista l'audizione. Si trattava di un film e c'erano molte parti ancora da assegnare. Ramona adorava recitare. Corpo statuario, 30 anni, occhi verdi, capelli lunghissimi e dorati ed un viso angelico. Peccato che ancora non avesse incontrato l'amore vero. (Ellybetta).
Già, il cielo, quante volte aveva volto lo sguardo verso il cielo, ma quella sera, così calda e carica di energie, era tutto diverso. C'era una stella in più, aveva da poco perso suo padre, unico riferimento della sua vita. Lo salutò prima di andare a letto e si raccomandò di esserle vicino l'indomani. Il futuro si sarebbe giocato su quel palco, in pochi minuti, troppo pochi per far conoscere il suo lavoro. Lo baciò idealmente e
rientrò chiudendo dietro di sé le persiane, sapeva che c'era una storia tutta da scrivere. (Michele Sisbarra).
Era davvero bellissima! Tutti la desideravano, ma nessuno l'amava; o che l'amasse come voleva lei. Alla sua angelica bellezza, si aggiungeva un'intelligenza straordinaria, molto al di sopra della media. E lei lo sapeva. Aveva la sensazione che, in questo mondo, le donne belle ed intelligenti siano perseguitate da una misteriosa e antica maledizione. (Raffaele Magliulo).
Quella notte racchiudeva tutta l'esistenza di Ramona e l'agitazione prendeva a tratti il posto di Morfeo fino al levar del sole. Il dormiveglia della trascorsa notte, era nullo rispetto all'agitazione che pervadeva l'animo di Ramona. Il giorno fatidico era arrivato... (Luigi de Vivo).
 C'erano delle concorrenti molto belle. L'atmosfera sembrava irrespirabile, ma ecco che entrò il regista del film e una commissione composta da due donne ed un uomo. Il regista soffermò per un istante il suo sguardo su di lei...il suo animo trasalì! Quell'attimo le sembrò durare un'eternità... (Ellybetta).
Era il 13 ottobre 1962.
(Valter Scopece Arredo Pietra).
Così, come spesso accade, il tempo si bloccò nell'animo di Ramona e la consapevolezza che il proprio destino fosse legato a quest'evento. Dopo qualche trentennio e, dopo che altre donne avevano effettuato la loro audizione arrivò il
momento agognato da anni di studi, sacrifici e tentennamento... (Luigi de Vivo).
To Ramona, Bob Dylan ...colonna sonora. (Giovanni Rodolfo Pacchini).
Ed ecco che all'improvviso apparve davanti ai suoi occhi, colui che definirà la creatura più bella che Ramona avesse mai visto. E se fosse soltanto. miraggio? Uno dei suoi tanti sogni divenuti realtà? (Stefania Chiappalupi).
Era bellissimo, aggraziato, quasi etereo nei movimenti e negli sguardi. Incrociò per
un istante il suo sguardo curioso ed ammaliato. Fece un lieve sorriso, così piccolo ma al contempo così carico di tenerezza e di passione. Chi era quell'angelo caduto dal cielo? (Diego Romeo).
Ramona salì sul palco. L'emozione era tanta, ma il desiderio di poter manifestare tutto lo scibile appreso nel corso degli anni prese il sopravvento. Ramona, assorta nella sua rappresentazione. aveva escluso il mondo circostante ed era calata nel personaggio. Null'altro pensiero pervase la sua mente,mentre le parole riempivano l'assordante silenzio presente nel teatro. Il monologo da Lei intrapreso prendeva forma e consistenza. Ramona non stava recitando, ma costruendo tasselli necessari per la sua
esistenza. La finzione si era trasformata in realtà e quei momenti che per altre pretendenti sembravano infiniti, al contrario per Ramona si dissolvevano come neve al sole. Il tutto a rimarcare la naturalezza delle parole proferite e la capacità di compenetrazione nel Personaggio. (Luigi de Vivo).
Ramona sul palco esprime tutto il suo talento appreso dai tanti anni di studio. Il pubblico la applaude stupefatto. Lei tra la folla nota il volto di un ragazzo semplice, ma dagli occhi lucenti come diamanti, che non osserva altro che la sua
immagine...è rapito dalla sua bellezza. Continuando la sua recitazione Ramona scende gli scalini del palco continuando con frasi non da copione ed avvicinandosi, gli sguardi si perdono... (Piero Milo).
Mentre le altre pretendenti erano state bloccate nella loro rappresentazione, Ramona continuava imperterrita e senza sosta nel duo monologo e nessuno nella sala e dietro le quinte osava disturbare quella melodia armonica che echeggiava nell'aria. Ramona, in quel momento non riusciva a pensare a null'altro che quella era la sua esistenza. Alla conclusione Ramona si fermò in silenzio davanti al regista e ai suoi collaboratori in attesa di un responso. Bernaldo, per primo, il regista accennò qualcosa ai suoi collaboratori e, per essi parlò Alessandra, la collaboratrice personale di
Bernaldo. "Signorina la sua interpretazione è piaciuta. All'interno del nostro staff abbiamo necessità di personaggi che abbiano capacità interpretative tali quali Lei ha mostrato, comunque lasci i suoi dati alla segreteria e le faremo sapere”.
(Luigi de Vivo).
Ramona era tesa come una corda di violino ... non era incertezza sua, forse troppa consapevolezza dell'importanza dell'impegno! Quando entrò negli studi le si fece incontro un bel ragazzo alto e simpatico e scoprì che era l'aiuto regista. Il ragazzo capì il travaglio interno di Ramona e, presala dolcemente per mano la introdusse in quel labirinto variopinto. La mano di lui, il suo sorriso rassicurante, le fecero sparire gran parte della sue ansie ed incertezze. Era entrata nel "tempio", con un buon accompagnatore, adesso stava a lei camminare... (Renato Verini).
Avvertì qualcosa nell'aria. Le luci del palcoscenico iniziarono a diventare sfocate, il pubblico era una massa informe di luci ed ombre, i suoni sembravano terribilmente ovattati. Avvertì una forte sensazione di vertigine: tutto le sembrava girare vorticosamente, fino a provare una terribile nausea. Poi nulla più, buio pesto. Si risvegliò nel suo letto, a casa sua. Aprì gli occhi e si chiese cosa le fosse successo. Era stata davvero al provino oppure tutto era solo una illusione, una proiezione onirica dei suoi desideri di carriera nel mondo del cinema?
(Raffaele Magliulo).
Adesso si trova lì, dietro i vetri della sua finestra ad aspettare che arrivi lui, quel ragazzo che tanto le piace, ma che un po' di paura le fa provare...
(Carmelo Argento).
Intrepida aspetta il responso e che si faccia vivo quel ragazzo… (Ellybetta).
Squilla il telefonino e Ramona si precipita a rispondere. Una voce amica, dall'altra parte che inizia a bomdardarla di domande. Era Ester, l'amica del cuore in ansia di notizie. Si vedettero alle 10,00 al solito bar Sensation, per prendere un caffè. Dopo i convenevoli iniziali, Ramona iniziò a raccontare a fiume tutta la giornata precedente Nell'intercalare del suo racconto, alla notizia di Alessio, il vice regista, gli occhi di Ramona iniziarono a divenir lucidi come quelli di chi ha un dolce ricordo. Alla fine Ester chiese a Ramona cosa intendesse rispondere alla chiamata della segretaria del regista. Trascorsa tutta la giornata e quella successiva, Ramona teneva tra le mani quel biglietto di Alessio ed era in confusione del perché, convinta com'era andata l'audizione e, vista la richiesta di attori, non riusciva a capacitarsi del perché non ancora fosse stata contattata. (Luigi de Vivo).
Ma ecco che il suo cellulare iniziò a squillare... (Ellybetta).

Per un attimo Ramona restò bloccata, col telefonino in mano, anche perché risultava numero privato. Alla risposta Le venne comunicato che il suo personaggio si doveva inscenare a proposito. Purtroppo il film la Bella e la Bestia, era stato ricoperto da un'altra, ma in itinere della scenografia, il regista aveva intenzione di creare un nuovo personaggio dove poterla collocare. Ormai erano trascorsi 6 giorni dall'audizione, Ramona, malgrado la gente è solita additare le belle donne perché riescono ad avere una vita avvantaggiata, come era solita, il fine settimana andava a lavorare al Kennedy, il pub più frequentato della Città . Era passata già da un po' la mezzanotte, quando Ramona soffermò' il suo sguardo verso un tavolino messo in penombra e un po' in disparte, due figure di uomini che le ricordavano qualcuno. Avvicinandosi si imbatté in Bernardo e Alessio in atteggiamenti confidenziali. (Luigi de Vivo).