domenica 21 maggio 2017

Intervista a Maria Teresa Infante

La poesia è un potente mezzo di comunicazione tra il corpo e lo spirito”, Maria Teresa Infante si racconta

Maria Teresa Infante, di San Severo, in provincia di Foggia, non solo è una bellissima donna, ma ha tutte le armi per combattere e destreggiarsi nel labirintico mondo letterario, oltre ad una sensibilità innata e un piglio intelligente che sa sfoderare con fascino mentre interloquisce. Sarà sicuramente uno di quei nomi che si ricorderanno tra gli scrittori della cittadina pugliese.
Una persona fin troppo umile, fregiata di titoli ed onorificenze ben meritati. Organizzatrice di eventi culturali e artistici a cui sa presenziare con padronanza linguistica, compostezza ed eleganza, nonché membro di Giuria di vari concorsi poetici. Attualmente vice Presidente dell’Associazione Culturale L’Oceano nell’Anima e Responsabile del settore editoriale della stessa, L’Oceano Edizioni. Collaboratrice del giornale Il Corriere di San Severo e di vari siti telematici.
I suoi scritti sono stati inseriti in svariate Antologie. Tra i numerosissimi premi ricevuti, difficili da elencare, nel 2015 il Premio giornalistico Mario Dell’Arco/Accademia G. Belli; nel 2016 il Premio Zingarelli per la poesia inedita con Senz’alba (mai nato) ed il Premio Lupo sez. Narrativa 2016 con il racconto Il richiamo – L’appartenenza. Il 25 novembre 2016 Amnesty International sceglie due versi di Agnese, poesia sullo stupro da parte del branco, inserita nella silloge C’è sempre una ragione, come simbolo contro la violenza di genere. I versi sono stati impressi sul MURO a Busto Arsizio, insieme ad opere di artisti e scoperti durante l’inaugurazione.
“Maria Teresa, tra le tue pubblicazioni?”.
Ho pubblicato 4 sillogi poetiche di cui, l’ultima IL VIAGGIO  (ediz Oceano) che è stata anche tradotta in Serbia, con il titolo Oblaci i tišina ed ho pubblicato come curatrice e ideatrice una trilogia contro la violenza di genere Ciò che Caino non sa, un progetto durato tre anni con pubblicazioni annuali, sottotitoli: La Tela di Penelope 2014; Odi et amo 2015; Amore e Psiche 2016, che ha coinvolto circa 150 autori sparsi nell’intera penisola. Adrenalinica invece per il mio primo romanzo 'Il Richiamo', Oceano Edizioni, appena pubblicato e annunciato in anteprima al Circolo Unione di Lucera, durante la presentazione dell'antologia letteraria del Premio Lupo 2016 (dal Presidente Pasquale Frisi), in cui è contenuta la versione ridotta che fu premiata lo scorso anno. Era nell'aria un romanzo tutto mio, dopo le varie incursioni con racconti brevi in antologie di narrativa ed ho voluto esordire partendo da ciò che più conosco e mi appartiene: storie del Sud, storie di casa, tra realtà e fantasia. Un richiamo nel riconoscerci, ricordando".
“Ricordi quando hai iniziato a creare con la tua penna?”.
Sai Elisabetta, si fa sempre fatica a stabilire un inizio perché le cose accadono in maniera naturale, senza che ce ne rendiamo conto, se non quando siamo già ben addentrati nel cammino. La mia penna inizialmente era la mente, creava da sempre ma non riusciva a trovare la chiave di lettura dei miei pensieri né la maniera per concretizzarli. Tante cose erano chiare, sapevo cosa avrei voluto dire, ma non sapevo come. Siamo abituati a vederci come carne e ossa e magari un paio di scarpe nuove, consideriamo le elucubrazioni mentali un optional; possono esserci o meno, sembra essere ininfluente. Fin quando non ti accorgi di essere scollegata da te stessa se non trovi un senso per abitare il tuo corpo. Per caso mi sono avvicinata alla poesia, scoprendo che poteva essere sfiorata e non solo adorata o odiata, come ai tempi della scuola e ho intuito la sua immensa capacità espressiva. La poesia è un potente mezzo di comunicazione tra il corpo e lo spirito, un ponte che mette in contatto me e l’altra parte di me; così ho trovato il collegamento tra corpo e mente. L’Io è diventato servitore, alla sua mercé. La penna  non ha fatto altro che armare la mano, animata da un impulso sconosciuto. Emmm .. brevemente: ho cominciato a mettere su carta circa 10 anni fa, tenendo tutto sotto chiave, poi è arrivata la vena d’incoscienza”.
“Hai altre passioni oltre alla scrittura?”.
Ne avevo tante, ma la scrittura le ha falciate tutte: egoista, egocentrica penna o tastiera! Mi ha, però, risparmiato la lettura, senza la quale non vivrei. Ho sempre ‘divorato’ libri; trovo adatta questa espressione in quanto i libri da leggere non sono mai stati abbastanza nella mia vita, compiendo tutto l’iter, da Topolino e Minnie ai grandi classici e quando rimanevo a secco, riprendevo i testi scolastici per rinverdire la memoria. Tra le mie vecchie passioni c’è il volley praticato per circa 12 anni e nei ritagli di tempo amavo pattinare. Mi piaceva suonare la chitarra, ma ho dovuto rinunciarvi ben presto; inutile, non era nelle corde delle mie dita, sempre sofferenti. Altra grande passione la pizza, le sfogliatelle napoletane e i cannoli siciliani (e così ho unito l’Italia meglio di Garibaldi)”.
“Quali sono i momenti più propizi per scrivere?”.
Sono esattamente le 2,36 in questo momento. Per ascoltarmi ho bisogno di silenzio e della luce notturna; la notte ha una luce che il giorno non ha. Illumina la coscienza, gli spazi più profondi del tuo essere, in cui sei veramente e solo tu, spazzando via tutto il resto. La notte ti riporta in te stessa, ti restituisce la libertà ricercata. In questo momento siamo io e te, è come essere sedute l’una di fronte all’altra, vivo la situazione; ecco, di notte io vivo e sento qualunque cosa scriva. Non saprei fare altrimenti, se non sento, non ascolto le voci, non scrivo”.
“Il lettore va conquistato. Cosa credi che possa maggiormente sedurlo: una frase in cui possa sognare immedesimandosi nello scritto o una frase che possa ricordargli qualcosa di bello e di brutto o in entrambi i casi?”.
Quando scrivo non penso mai che qualcuno in seguito possa leggermi altrimenti non riuscirei ad essere vera, inoltre scrivo sempre di getto, su qualunque argomento, mai prefissato, ma frutto di una necessità del momento, che sia poesia o prosa. Mai nulla è studiato o pensato e accade che condivida i miei pensieri anche a distanza di mesi laddove lo reputi necessario, quindi mai programmato. La condivisione diventa motivo di confronto e arricchimento; è socializzante, aggregante. E poi tu parli di seduzione… son passati i bei tempi, chi vuoi che seduca, ormai, alla mia veneranda età?”.
“Ti sottovaluti… Oggi molti si cimentano nella scrittura. Qual è lo scoglio maggiore che un autore incontra nella pubblicazione di una sua opera?”.
Lo scoglio maggiore è la scelta di una casa editrice che segua l’autore, soprattutto se esordiente, perché oggi pubblicare è diventato relativamente semplice visto il proliferare di editori. Il richiedente, disorientato, spesso cede a lusinghe e promesse che puntualmente vengono disattese e nonostante cifre di tutto rispetto corrisposte, viene lasciato in balia di se stesso. Ne fui vittima alla mia prima pubblicazione quindi so di cosa parlo. Dopo aver pagato non risposero più neanche alle mail o alle telefonate e non ebbi mai neanche la miseria delle percentuali sulle vendite. Nessuna tutela. Esiste un marasma generale poco regolamentato, ma è anche vero che le grandi case editrici non aprono le porte agli esordienti, non vogliono rischiare nulla e non vanno più a caccia di talenti da scoprire, puntano sulle certezze dei soliti noti, che a loro volta campano di rendita, non raramente deludendo il lettore. Il lettore non è stupido, ha bisogno di nuovi stimoli e originalità. L’esordiente resterà esordiente a vita, anche se non gli mancherà lo spazio per i suoi lettori; per fortuna il mondo è vasto e vario. Basta sapersi accontentare, restare con i piedi saldamente piantati a terra. D’altronde scrivere è un piacere, una passione, quando arrivano i riconoscimenti è tutta manna dal cielo”.
“L'Associazione l'Oceano nell'Anima, che ti vede partecipe, come si pone nei confronti degli autori?”
L’Oceano Edizioni nasce proprio con l’intento di avvicinarsi agli autori e rendere loro accessibile il mondo delle pubblicazioni, mantenendo allo stesso tempo, standard di serietà e professionalità. Siamo relativamente giovani e questo ci motiva ad operare al meglio nel cercare ogni volta di migliorarci, ma, aspetto non trascurabile è che abbiamo un volto e un nome -non siamo un’entità- con un progetto editoriale trasparente e chiaro fin dai primi approcci e siamo a diretto contatto con i nostri autori, interagendo continuamente nelle varie fasi della lavorazione del testo. La disponibilità nel seguire e consigliare l’autore credo sia fondamentale”.
“Nella tua opera d'esordio Il Viaggio, tratti diversi viaggi. C'è un viaggio che sogni di fare? Ed un viaggio che vorresti percorrere, ma sai che sarà impossibile?”.
Un titolo che è tutto un programma, un tema proposto spesso nella letteratura antica e che io ho amato riprendere, perché pur nell’omologazione, l’originalità dipende dal nostro modus operandi; mi spiego: in tanti hanno sempre parlato del viaggio interiore, ma ogni percorso individuale è unico nella sua specificità, col suo dilatarsi nello spazio e nel tempo, con conoscenze assolutamente soggettive. Se ho un viaggio nel cassetto? Non uno, ma mille, meglio abbondare. Alcuni li ho intrapresi da tempo e non so ancora dove mi porteranno; in fondo l’importante è partire; alcuni si sono arenati e chissà, ma difficilmente mi volto indietro. Credo che ciò che non è stato non lo sarà mai. Inoltre non ho un posto particolare che desideri visitare; mi sento a casa in ogni luogo”.
“Quali sono i tuoi impegni attuali? E futuri?”.
La pastiera napoletana! Devo assolutamente imparare a farla, non posso sempre commissionarla alle amiche! Meglio che non ti parli di tutto il resto, ma ho come punto fermo la crescita de L’Oceano nell’Anima e vorrei continuare a far conoscere Il Viaggio e… riaggiungo che è appena stato pubblicato il mio primo romanzo IL RICHIAMO. E’ bellissimo, meraviglioso, stratosferico (sarò abbastanza obiettiva?) in tutta la sua semplicità. Credo che il suo punto di forza sia la semplicità che laddove sappia avvincere, diventa originalità descrittiva. Incrocia le dita per me”.
“Certo che incrocio le dita! L'arcobaleno ha sette colori. Quali sono le sette parole che potrebbero rendere più interessante una poesia?”.
Sono quelle non scritte, quelle che fanno capolino tra le righe e che si lasciano scoprire dal lettore, grazie alla sua capacità interpretativa e interagente con l’autore. Soprattutto chi fa poesia deve saper trasmettere il non detto, il non svelato; è la differenza fondamentale tra poesia e prosa”.
“E se tu potessi scegliere, con quale colore dell'arcobaleno dipingeresti il tuo futuro?”.
Blu, assolutamente, in tutte le sue sfumature e variabili. Blu come i Puffi che guardavo ogni giorno con i miei bambini. Come il cielo, come il mare, blu come blu. Immensità, grandi spazi. Blu come l’amore immenso che ho per i miei figli. Blu come la tua infinita pazienza”.
“Quando si ascolta con interesse, lo si fa senza pazienza, ma con piacere… Grazie Maria Teresa”.
                                                                         Elisabetta Ciavarella