mercoledì 5 aprile 2017

Intervista a Stefano Regolo

Tempi duri, tempi dello Sfasciafamiglie

Vi chiederete chi sia mai lo Sfasciafamiglie! Scopriremo insieme allora se l’autore di quest’opera esilarante si dissoci o meno da tal figura. Si tratta di Stefano Regolo, uno scrittore all’esordio con il suo primo romanzo.
Nato 38 anni fa a Brindisi, dichiara di aver nutrito fin dall'infanzia un grande interesse verso le storie.
“Quali storie ti affascinavano maggiormente?”.
Amavo stare ad ascoltare le storie dei miei nonni. Perlopiù erano racconti risalenti a episodi di vita passati. Storie di miseria, ma anche vicende bizzarre, condite di diversi elementi fantasiosi. La mia è stata un'infanzia fantastica, consumata in tante serate estive nella nostra casa in campagna”.
“E dopo?”.
Tutto mi sembrava possibile in quei tempi. E con il passare degli anni ho conservato tale consapevolezza. Poi l'incontro con la mia maestra delle elementari: la signorina Lolli. Una donna fiorentina che sembrava uscita fuori da un film della Disney, tipo Mary Poppins. È stata lei a guidare i miei passi negli straordinari sentieri della letteratura. Cominciai a leggere i libri più svariati, riuscendo a incamerare quell'energia esplosiva tipica di chi della letteratura non ne può fare più a meno. Pane, Nutella, Stephen King e non solo!”.
“Come ti sei avvicinato invece alla scrittura?”.
Ad un certo punto, cominciai a scrivere delle storie, perlopiù brevi, che avrei tanto desiderato leggere in libreria. Andò proprio così… Anni ed anni di letture e di esercizi sulla carta, fino a creare uno stile tutto mio. Anche se alla fine, tutti i narratori, siano essi famosi o meno, tendono sempre a ispirarsi a uno o più modelli”.
“Arriva quindi la tua prima opera”.
Sì, Lo sfasciafamiglie - Chi cerca la santità trova un divorzio è il mio primo romanzo. Narra le vicende di un uomo che fin da bambino sogna di diventare Santo. Conduce una vita pura, astenendosi da rapporti sessuali, alcool e divertimento. Ma i santi o gli aspiranti tali, di qualcosa devono pure tirare a campare. Ecco allora che egli sfrutta la sua dote di portare sfiga alle coppie, creandosi una professione. Ovvero diviene un risolutore delle controversie sociali, volgarmente chiamato sfasciafamiglie, facilitando la rottura nei rapporti. Non sai come lasciare tuo marito? Vuoi evitare inutili e logoranti discussioni?. Contatti lui. La sue vicende procedono lungo questo sentiero fino a quando, il protagonista, Santino, non fa saltare in aria il matrimonio sbagliato. Il matrimonio di un mafioso. È una storia leggera, frizzante, che sa tanto di commedia all'italiana. Del resto, le mie narrazioni partono sempre da un interrogativo e dalle conseguenti risposte ad esso. Risposte che spesso, sono rappresentate da uno o più paradossi e la storia che ne viene fuori è il ricamo narrativo che si viene a creare intorno”.
“Non credi che anche un social come facebook, in un certo senso, possa risultare uno sfasciafamiglie?"
Il mondo dei social ha cambiato inevitabilmente le modalità di interazione sociale, e con esse, di conseguenza, ha mutato non di poco la quotidianità giornaliera; Mark Zuckerberg ha fatto in modo che ci mettessimo tutti dentro una vetrina espositiva. Nessuno è al riparo, Nessuno, o quasi, può alzare la mano, facendo finta di non essere dentro tutto questo. Facebook può fungere anche da sfasciafamiglie, ma tutto dipende dall'intenzionalità dell'utente e dal suo stesso grado di insoddisfazione relazionale”.
“Quale ritieni allora, possa essere un buon antidoto per mantenere intatta la coesione familiare?”.
Credo che la comunicazione reale sia il miglior antidoto alle tentazioni (o presunte tali) che vengono fuori dai nostri belli e costosissimi smatphone. Ogni giorno assisto a scene grottesche, che mai si sarebbero verificate fino a qualche anno fa. Gruppi di ragazzi in un pub, e tutti quanti con il telefono in mano, consumati da una conversazione virtuale mentre l'amico affianco aspetta infastidito il suo momento di giusto chiacchiericcio. E così vale anche per le famiglie che si ritrovano a consumare il pranzo all'interno delle quattro mura domestiche. Per la serie: Parlate con la bocca e fate l'amore con l'anima”.
“Scusa la mia domanda un po' impertinente, ma tu, riusciresti ad impersonare uno sfasciafamiglie, ad esempio per una donna che ti coinvolga oltre i limiti, oppure nella realtà ti dissoci e discosti da tale figura?" .
Lo sfasciafamiglie, quello vero, è Santino Capareola. Lungi da me la volontà di sostituirlo (sorrido)”.
                                                          Elisabetta Ciavarella


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