L’amore per
la vita… quando non si smette di sognare
Enzo
Quaranta, poeta e scrittore contemporaneo
“Come hai
iniziato a scrivere Enzo?”.
“Fu proprio da ragazzo che scoprii il mio
amore per la lettura e la scrittura”.
“Dove ti piaceva
studiare?”.
“Trascorrevo interi pomeriggi, immerso nello
studio, in un luogo silenzioso e dall’atmosfera surreale. La Biblioteca
Comunale. Mi piaceva sfogliare quei libri colmi di polvere…”.
Eh sì, la Biblioteca
di Torremaggiore era davvero un luogo suggestivo… non posso che concordare,
essendone rimasta affascinata
personalmente.
Ed è proprio a
Torremaggiore che Enzo Quaranta nasce,
come ultimo di tre fratelli.
Laureatosi in
Economia e Commercio con il massimo dei voti, ha svolto vari e diversi
incarichi di insegnamenti universitari. Cultore della materia in Economia Aziendale, Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche, Programmazione e Controllo e Management Pubblico presso l'Università degli Studi di Foggia, nonchè Ispettore della Guardia di Finanza.
“Cosa ami particolarmente del tuo lavoro
e cosa no?”.
“Se
la domanda riguarda il mio lavoro di appartenente alla Guardia di Finanza e dottore
di ricerca universitario, amo tutto! Il lavoro di finanziere, da molti visto in
maniera negativa, ha a mio avviso dei risvolti sociali importanti. Difatti il
nostro compito è quello di aiutare a stabilire una maggiore equità sociale
attraverso la ricerca dell’evasione fiscale. E questo mi rende orgoglioso del
mio lavoro. Come dottore di ricerca universitario poi, adoro studiare e poter
insegnare.
Per
quanto riguarda la mia passione di scrivere invece, la considero un hobby.
Scrivere per me ha una funzione egoista. È un modo per conoscersi meglio e per
far emergere sentimenti e sensazioni che spesso celiamo. Ecco, io scrivo perché
per me è terapeutico. Se piace agli altri ne sono contento, ma se non dovesse
piacere lo farei lo stesso”.
“Anche in politica hai ricoperto diversi
incarichi, come Consigliere Comunale e addirittura come viceSindaco di
Torremaggiore. Perché oggi si odiano un po’ tutti i politici?”.
“Sinceramente
non lo so! Non vorrei avventurarmi in analisi sociologiche che non mi competono
e che non saprei fare. Certo c’entra la situazione di difficoltà economica e
sociale in cui viviamo. Se il popolo è in sofferenza ed è insoddisfatto è chiaro
che se la prende con la classe politica che lo rappresenta. Se il popolo non ha
difficoltà, elogia i propri rappresentanti. Quindi l’astio che vi è nei
confronti della classe politica oggi è più che comprensibile. Di certo però a
volte la cura è peggiore del male… Nel senso che questa disaffezione e voglia
di cambiamento travolge la classe politica nella sua interezza e si riversa
verso populisti che poi alla prova dei fatti non hanno alcuna capacità politica
e di amministrazione. Non tutto ciò che è nuovo è anche buono. È come se io ti
chiedessi: Se stai male vai dal miglior specialista medico o ti fai curare dal
primo che passa? Ecco in politica dovrebbe valere la stessa cosa”.
Tornando alla produzione letteraria, Enzo Quaranta, ha partecipato anche a numerose pubblicazioni in materie scientifiche, amministrative e legali. Dilettandosi nella scrittura di poesie, ha ricevuto tantissimi premi nazionali, classificandosi spesso al primo posto in Concorsi Letterari, come al Premio Poesia dell’anno, sezione D, Quartu Sant’Elena, 2014 ed è stato insignito di innumerevoli Menzioni, Encomi, Targhe e Premi.
“Enzo, ogni volta che ricevi un premio,
qual è il tuo primo pensiero?”.
“Sicuramente
resto stupito, perché come ho detto, ho iniziato a scrivere per me stesso.
Vedere poi che i miei pensieri possano piacere ad altri è sicuramente una
sensazione piacevole. Si, mi fa piacere ricevere riconoscimenti perché
presuppongono che qualcuno apprezza ciò che scrivo”.
“Il tuo primo
romanzo, Sempre X Sempre (Aletti Editore),
presentato in diverse città è vincitore di premi. Narra la storia di un amore struggente, che
si conclude con un ultimo incontro in cui i protagonisti sono consapevoli che
la forza delle emozioni vissute sopravviverà alla morte. È una trama davvero
toccante. Ma un amore, per restare eterno, credi debba coniugarsi anche alla
passione?”.
“Nel
romanzo che ho scritto Sempre x sempre
affronto il tema dell’amore giovanile, quello ricco di passione, quello
travolgente, quello che ti fa sentire perennemente ubriaco. Credo che spesso
identifichiamo l’amore con la passione. Così spesso la passione finisce e
riteniamo che finisca anche l’amore. Io credo invece che l’amore sia un
sentimento in divenire. È un sentimento che muta con il tempo e con le
circostanze. È amore quel sentimento che ti fa sentire
completo solo se condividi la tua vita con la persona che ami. Quindi amore e
passione, per me, non sono sinonimi. Sia chiaro, io vivo di passioni ed in un
rapporto di coppia la passione è sicuramente importante. Ma credo che l’amore
sia qualcosa di diverso…”
Con la silloge “Memories” (La Rupe Mutevole),
Enzo ha ricevuto il premio di Finalista
al Concorso Internazionale di Poesia e Letteratura “La biglia verde”, (2015)
ed il premio di Finalista al Premio
Internazionale Michelangelo Buonarroti, Sezione
poesia edita, Seravezza, (2015).
“Nella
tua silloge Memories, razionalità e
creatività si fondono. In un amore in cui il cuore ama, ma la ragione glielo
impedisce, il cuore da solo, può farcela?”
“Anche questo è un tema dibattuto da secoli. Il
rapporto tra Psiche e Cupido resta un tema affrontato da tanti, ma sempre
attuale. Per come considero l’amore io, bisogna sempre seguire il cuore.
L’amore è di per sé un sentimento irrazionale. Si insinua nei posti e nei
luoghi sbagliati. Non ha nulla a che fare con la razionalità. Spesso facciamo
scelte razionali, ma senza amore, che ci condannano ad essere infelici. Io credo
che bisogna seguire il cuore; farsi trascinare dai sentimenti rende la vita
meravigliosa, piena di colori. L’alternativa è spesso una vita grigia. “Lentamente
muore chi non capovolge il tavolo, chi non rischia il certo per l’incerto”.
Seguire il cuore spesso significa fare scelte rischiose, ma sono ossigeno per
la nostra anima”.
“Nel tuo terzo libro, Preso
dagli impegni ho dimenticato di vivere, (Intermedia Edizioni),
racconti in modo più o meno fantasioso ricordi dell’infanzia e rifletti sulla
bellezza delle cose semplici. Oggi cosa possiamo fare per avvicinarci e
cogliere quel senso della vita che sembra sfuggirci?”
“Ho
scritto un racconto sul senso della vita. Per me il senso della vita è legato
al concetto di serenità che a sua volta è sinonimo di semplicità. Siamo spesso tutti,
me compreso, presi da tanti impegni, dal lavoro, dalla voglia di far carriera e di emergere, che trascuriamo noi stessi e le persone che ci amano. E siamo
sistematicamente insoddisfatti pur avendo tutto. Perdiamo il senso della vita. Solo di fronte
a dei lutti improvvisi o delle brutte notizie ci fermiamo a riflettere su
quanto sia sottile il filo che congiunge la vita con la morte. Per vivere bene
credo, dobbiamo riscoprire il concetto di semplicità, che ci può aiutare a
ritrovare l’armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda. Questo è il
mio senso della vita, che, chiaramente, ho difficoltà a realizzare, ma aspiro a
farlo. E sono convinto, come dico nell’introduzione del mio libro “Preso
dagli impegni ho dimenticato di vivere” (che come vedi già dal titolo affronta
proprio quest’argomento), che ognuno di noi dia un senso alla vita rispetto a
ciò che gli manca nella vita reale”.
Poesie dalle
note romantiche e suggestive quelle di Enzo Quaranta, che riescono ad elevarsi
come un’ode magica a decantare la nostra amata esistenza.
Una sua poesia mi
ha particolarmente colpita: “Ho smesso”.
“Ho smesso di credere alle fate, ho smesso di
rincorrere falsi miti... seppur ho smesso di fare molte cose, non ho smesso di sognare e di amare e per questo sono certo di non aver smesso di vivere”.
Certo, caro scrittore. Non hai
smesso di vivere e non smetterai mai di essere immortale come tutti coloro che amano, sognano e inneggiano
alla vita. Con il cuore e con l’anima. Come te.
(www.enzoquaranta.it)
(www.enzoquaranta.it)
Elisabetta Ciavarella
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