giovedì 18 febbraio 2016

Intervista a Rosanna D'Amico

A Gonfie vele, diario autobiografico di una donna del Sud
di Rosanna D’Amico

Una scrittrice che sa il fatto suo, Rosanna D’Amico. Nata e residente a Torremaggiore, nonostante si sia trovata in tenera età, di fronte allo spettro della poliomielite, non si è certo persa d’animo. “Era una splendida giornata di sole quando mia madre attendeva con ansia la mia imminente nascita. Essa avvenne in tarda serata, tra l’esultanza di tutti i presenti. Dopo due maschi, finalmente una bella femmina! Allora non c’era l’ecografia per conoscere in anticipo il sesso del nascituro. Gli anziani si affidavano al conteggio delle lune per ipotizzarlo. Il mio esordio fu una gran bella sorpresa e mi accolsero in famiglia con grande gioia”, il suo racconto spontaneo. Ma purtroppo “a otto mesi, parte della mia gamba destra, anche se lievemente, fu colpita dalla poliomielite. In quei lontani anni Cinquanta furono parecchi i bambini segnati da questa malattia. Non era stato ancora approntato il vaccino. Mia madre, quando divenni grande, non mancava di dire che forse era tutto accaduto perché la Madonna di Valleverde aveva voluto punirla, in quanto, non aveva mantenuto il suo voto! Il grande scrittore Carlo Levi, avrebbe definito tale affermazione retaggio culturale di un Sud ancora troppo arretrato culturalmente”.
Ed infatti ben presto l’autrice di A Gonfie vele, diario autobiografico di una donna del Sud (Aletti Editore), si trovò ad affrontare molte problematiche inerenti il suo territorio. Ma non solo. “Quali ideali Rosanna, hai perseguito maggiormente?”.
Ho fatto miei gli ideali del comunismo e della lotta di classe, della lotta per l’emancipazione della donna e della classe operaia. Da giovanissima divenni segretaria della Federazione Giovanile Comunista Italiana locale e poi membro del PCI. Ho lottato sempre e continuo a farlo, per la difesa dei diritti. Ho partecipato alla battaglia per il divorzio e per l’aborto, ma senza trascurare mai la famiglia, in cui ho sempre creduto”.
“Come fu la tua adolescenza?”.
Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, pur essendo intrigante, non è uno dei migliori periodi della vita. Esso destabilizza, per poi creare un nuovo equilibrio, in un processo della vita molto faticoso, ma anche avviluppante. Io penso che ogni fase di transizione diventi difficile e travagliata, influenzando negativamente il corso degli eventi, se non è accompagnata da solidi supporti, da una grande forza d’animo e da un equilibrio interiore”.
“Ed il passaggio alla giovinezza?”.
Nel pieno degli anni della mia giovinezza, mi ritrovai a vivere in un clima di grande ribellione, di cui gradualmente entrai a far parte anch’io. Si respirava aria di contestazione a pieni polmoni. Partendo dal mio piccolo, incominciavo a rendermi conto di tante ingiustizie, anche nell’ambito scolastico. La scuola andava cambiata, doveva essere di tutti e per tutti. Più di ogni altra cosa non ci piacevano gli atti terroristici, rossi e neri che stavano accadendo, non ci piaceva lo sfruttamento della classe operaia, la dura condizione dei braccianti”.
“Un clima difficile dunque, segnato dal passaggio degli anni Sessanta?”.
Diciamo che avrei tanto voluto viverli da protagonista, ma ero troppo piccola. Rimasi scossa però, quando il 6 giugno ci fu l’eclatante notizia dell’uccisione del senatore americano Robert Kennedy, fratello del Presidente John Kennedy che era già stato assassinato nel 1963. La pace, il mondo erano in pericolo! Ambedue infatti, erano stati uomini di pace, aperti al confronto e al dialogo ed a qualcuno erano risultati scomodi”.
“Cosa pensi della vita, anche se piena di problematiche?”.
Sono una persona ottimista per natura, amante della vita. Tengo alti i valori di democrazia, giustizia e libertà. Infatti cerco di impegnarmi sia con gli altri che per gli altri. La vita va vissuta pienamente, sia nei momenti sì che in quelli no e senza perdere il vero senso di essa, dell’equilibrio e della felicità che alla fine, secondo me, sta nel giusto mezzo”.
“Programmi futuri?”.

“Se mi sarà permesso, prometto che mi farò sentire fra trenta’anni, per continuare il mio racconto. La vita è un’avventura continua, da percepire in ogni poro della propria pelle, da gustare con ogni più piccola molecola della propria mente. LA VITA VA VISSUTA SEMPRE INCONDIZIONATAMENTE, A GONFIE VELE!”.
                                                                                                  Ellybetta