mercoledì 15 ottobre 2014

Ramona Parte Terza

Ramona Parte Terza

Il loro era un rapporto che si stava consolidando anche se in quella estate del ’64, la gente non era preparata per rapporti di coppie senza vincolo di matrimonio.
Decisero di lì a breve di sposarsi e di realizzare una famiglia. Il tempo di fare un po' di conti e organizzare il matrimonio con pochi intimi, che si ritrovarono a fine anno sposati. Passarono alcuni anni nella conduzione familiare accresciutasi con la presenza di Aurora, una dolce bambina vero orgoglio di Ramona ed Antonio. Ne andavano matti entrambi e quella figura non faceva altro che rafforzare il loro legame. Eravamo nel pieno ’68, data storica per l'Europa e successivamente per l' Italia che rappresentò la contestazione giovanile con un cambio generazionale a livelli politici ed un vero boom economico. In quegli anni Antonio andava spesso a Roma per carpire notizie da poter pubblicare, mentre Ramona era impegnata nel ruolo della madre e qualche trafiletto di notizie locali. Antonio era quasi sempre assente, per via dei reportage che doveva sostenere e, come spesso accade nei vari viaggi, conobbe una giovane donna di 26 anni, Ramona ne aveva 10 di più, con la quale dopo qualche tempo iniziò ad instaurare una frequentazione. (Luigi de Vivo).
Ramona lo sentiva sempre più distante e un giorno per caso scoprì un biglietto con un indirizzo. Aspettò il marito che uscisse di casa e assistette all'incontro con la sua amante. Scappò disperata, tornò a casa, fece in fretta e furia una valigia e con la bimba scappò a Milano. Il suo cuore era a pezzi! Mai avrebbe creduto...prese il primo treno e con lo sguardo pieno di lacrime rivolto al finestrino, giurò a se stessa che mai più avrebbe permesso ad un uomo di farla soffrire! Ah il suo Antonio! Questa era grave e sapeva di non poterlo perdonare. "Mamma, perché piangi?". "No, vieni qui piccola mia, abbracciami, il treno é pieno di moscerini...dormi, tesoro mio..." (Ellybetta).
 Ripensò alla sua rinuncia di anni prima, ma non era pentita lo avrebbe rifatto... cos'era cambiato? Forse la sua voglia di essere madre lo aveva relegato a un ruolo marginale dentro la famiglia? Si era sentito trascurato? Decise.... se lo sarebbe ripreso, ma come? Non certo facendogli scenate, bensì spingendolo ancora di più verso di lei, troppo comodo tradirla con una che i primi tempi mostra solo il lato buono, no, lasciandola l'avrebbe rimpianta, invece frequentandola di più, avrebbe scoperto anche i lati negativi. Ritornò a casa, come una furia prese il telefono, chiamò Antonio e gli comunicò che la casa era inagibile a causa di un allagamento. “Che restasse pure a Roma finché i lavori non terminano... voglio vedere” pensò, “se vivendo con lei non salta fuori qualche rogna!”. Alla sera quando lui telefonava il suo cuore piangeva, gli passava la bambina perché la sua voce era rotta dal pianto, lo sentiva felice e non sembrava affatto desideroso di tornare a casa, cominciò a chiedersi se forse aveva esagerato. Nel frattempo Antonio si era pentito mille volte. Ma che voleva da lui? Pensava che alla sera stanco morto la portasse in discoteca? Non ne poteva più di tutti i suoi piagnistei... telefonò a casa... lavori fatti o no aveva deciso di tornare, si sentì sprofondare quando Aurora gli comunicò di aver preso il morbillo...non poteva tornare...era l'unica malattia che non aveva avuto.
(Mara Paviola).
Passarono alcuni giorni di contatti telefonici, perlopiù tra Antonio e Aurora. Ramona stava maturando sempre più l'idea di cambiare posto e di trasferirsi a Milano, dove fortunatamente stava una zia un po' avanti negli anni rimasta vedova del marito. Ramona era soprattutto alla ricerca della felicità sua e di sua figlia, dati gli eventi accorsi che non lasciavano più sperare in un amore. La bugia del morbillo le fu utile per organizzare il suo trasferimento a Milano, preoccupandosi di non andare all'avventura ma di aver creato dei contatti utili per il suo lavoro.  Il pensiero di Antonio scemava nella mente di Ramona facendo posto al desiderio di realizzare qualcosa di grande per se è per Aurora. Dopo i primi giorni di Germania nella città e un po’ di ambientamento, Ramona prese contatti con una testata giornalistica dove dopo un colloquio di conoscenza e, dato che il suo era un curriculum di tutto rispetto, iniziò a far parte del giornale. Si era quasi sopraggiunti alla fine degli anni ’70 e Ramona insieme ad Aurora ormai dodicenne e alla zia Antonietta conducevano la loro esistenza in una città che rappresentava uno dei fulcri del cambiamenti della vita sociale in Italia. Ramona acquistò una Seicento bianca della Fiat, macchina utile ai suoi spostamenti. La vita a Milano era un tumulto continuo di innovazione e di ispirazione, anche se il periodo fu caratterizzato da atti violenti e intimidatori da parte di bande armate che rivendicavano attentati contro lo Stato. La modernità, così come era intesa, prendeva il passo alla conclamata e classica famiglia patriarcale. Iniziavano ad aumentare le coppie separate, ed in questo per alcuni aspetti Ramona ne era consolata, poiché erano diradati gli incontri con Antonio e Aurora.  Ormai stava iniziando a prendere le sue decisioni sugli studi da proseguire. Difficilmente una donna  di carattere e determinata come Ramona, complice anche il suo aspetto fisico che malgrado avesse superato i 40 anni e i segni della vita ne avessero rimarcato i segni, era pur sempre una donna interessante e attraente. In cuor suo Ramona aveva fatto posto prioritariamente alla figlia senza badare a coltivare i suoi sentimenti verso altri. Ed ancora difficilmente nella vita una persona non ottiene i risultati sperati e creati poco alla volta con abnegazione e sacrificio. Ramona aveva smesso di fare la giornalista di cronaca, anche se ebbe la possibilità di piazzare alcuni scoop che la resero nota nell'hinterland milanese, per dedicarsi alla direzione di una testata di moda. Quale futuro migliore per una donna dirigere una rivista di moda nella capitale della moda stessa! (Luigi de Vivo).
Ma i sentimenti avevano il primo posto nel suo cuore, nessuno aveva preso il posto di Antonio, si chiedeva spesso come erano arrivati a quel punto, forse l'orgoglio, o il fatto di non accettare il tradimento, ma la vita continua e ora era pronta a riprendere in mano la sua vita sentimentale. Dirigere una rivista di moda le dava la sicurezza economica di cui aveva bisogno, per lei e Aurora. Ma questo non bastava a riempire la sua vita, voleva amare, voleva incontrare Antonio e vedere se veramente l'amore era finito (Mara Paviola).
Le giornate si accavallavano una sull'altra, i rapporti con i collaboratori erano buoni e nel frattempo con la crescita di Aurora cominciava a avviarsi nel cuore di Ramona il desiderio di poter condividere le sue conquiste con un uomo che le potesse dare nuovamente il famoso friccichio al cuore (Luigi de Vivo).
 
E quell'uomo non poteva essere che Antonio (Mara Paviola). 
Ma durante una sera mondana in una prestigiosa villa, dopo una sfilata di alta moda con i migliori stilisti sulla piazza, in cui erano presenti molti personaggi della Milano Vip, tra cui le fu presentato un uomo dal piacevole aspetto e dai modi cortesi. Si trattava di Carlo che ebbe la capacità di far trascorrere la serata a Ramona con il suo raccontare ed il tempo ritornò a bloccarsi... Il piacere della disquisizione dialettica di quel personaggio aveva fatto dimenticare a Ramona il perché si fosse ostinata a considerare tutto il genere maschile da mettere al bando. Una seconda vita, pensava Ramona nella sua mente quando alla fine della serata si ritrovò nel suo letto a rimuginare sull'accaduto. Fra le tante cose che Carlo aveva proferito durante il dialogo, si era intuito che stava parlando un imprenditore affermato che nessuna limitazione la vita poteva regalare (Luigi de Vivo).
Ramona era profondamente scossa. Per la prima volta nella sua breve tormentata esistenza, un uomo si era rivolto a lei con sincerità. La amava davvero ed era profondamente diverso dagli altri uomini. E per la prima volta, avvertì un brivido particolare, mai provato prima; sentiva finalmente l'amore scorrere da lui verso di lei. (Raffaele Magliulo).

Ma Carlo le trasmetteva anche una certa inquietudine... troppo perfetto...troppo per essere vero... si ripromise di prendere informazioni su di lui. Cominciarono a frequentare le stesse persone, gli stessi posti e, dato che le informazioni ricevute erano ineccepibili, cominciò anche a lasciarsi andare alle emozioni. Nel frattempo Marco, un commissario un po' fuori dal comune per il suo acume e competenza, stava guidando la sua auto, lasciando vagare i pensieri e chiedendosi perché volesse passare il resto della giornata libera a indagare su un assassinio. C'era qualcosa che non lo convinceva in quel crimine, il suo migliore amico e collega era stato ucciso durante un'ispezione. Una cosa di normale amministrazione si era rivelata qualcosa di grosso
che portava a un noto trafficante di droga mai preso e mai visto. Lo chiamavano "il fantasma". Aveva visto molti omicidi nel corso della sua carriera, ma questo era diverso da tutti, troppo macchinoso, troppo organizzato per far pensare a un suicidio, eppure
i suoi superiori ne erano convinti e avevano chiuso il caso. Il suo amico non si sarebbe mai ucciso, lui lo conosceva bene! Purtroppo però era andato da solo in quel luogo senza avvertire nessuno e ci aveva rimesso la vita. Ora toccava a lui scoprire cosa era successo veramente. Carlo dal canto suo sapeva invece di avere un potere su Ramona e non si faceva scrupolo ad usarlo. L'attrazione che la donna manifestava per lui era l'ideale per tenerla legata a sé e questo gli serviva per avere le notizie di prima mano che gli interessavano e visto anche che Ramona era amica del giornalista occupato sul caso del fantasma... (Mara Paviola).

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