mercoledì 8 ottobre 2014

Intervista a Marco Ghirardelli

Marco Ghirardelli, dall’incontro con Mina a Bennato
ed alle varie esibizioni artistiche

Nato a Boario Terme, in Val Camonica, Marco Ghirardelli, inizia fin da giovanissimo a suonare la batteria.
“Marco, cosa ricordi di più di quegli anni?”.
Ricordo i miei amici di infanzia con i quali mi dilettavo a suonare una batteria realizzata con cartoni, pentole e coperchi…”.
Autore di testi e di musiche, si è esibito negli anni 60-70 con il gruppo dei Forrest, ben noti nel bresciano e nel bergamasco, incidendo con essi dischi di buon successo. Inoltre da cantante jazz negli anni ’80, si è esibito in numerosi teatri in Italia e all’estero ed ha lavorato a lungo come capo animatore in noti villaggi turistici.  E’ stato anche direttore di alcune aziende ed ha scritto per alcuni giornali, nel campo della pubblicità cinematografica e redazionale.
“Insomma Marco, ti sei dato da fare in molti campi, come musicista, cantautore ed arrangiatore. Forse qualcos’altro?”.
Ebbene sì. Sono stato pure ritrattista, illustratore e scrittore”.
“Ma per esercitare tutto questo cosa occorre?”.
Occorrono sensibilità, fantasia o la capacità di lasciarsi andare, seguendo le proprie suggestioni. Anche curiosità e cultura sono essenziali. Penso però che il talento che si nasconde nel cuore di ciascuno di noi, sia pronto ad emergere in tutta la sua forza a vent’anni, come a settanta”.
“Marco, quale la tua prima opera?”.
Un vivacissimo romanzo storico sui conti Martinengo Colleoni di Cavernago e di Brescia; primo libro di una trilogia. Il romanzo narra delle avventure di una mia antenata, Camilla Cecilia Riccardi, nipote dei Conti Provaglio e figlia dell’ultima discendente dei Colleoni. Un libro denso di episodi che si snodano nell’intreccio di un thriller, come prima parte del romanzo. Nella seconda parte invece, è possibile ritrovare intime ed appassionanti considerazioni riguardo il mondo medioevale”.
“La tua passione per il disegno quando è nata?”.
Fin da bambino. Già in seconda media vinsi un concorso nazionale di disegno per le scuole, con una tavola dedicata allo sbarco di Garibaldi a Calatafimi. In prima ragioneria fondai un giornale studentesco, insieme ad altri studenti ed iniziarono anche le mie prime caricature”.
“I racconti invece?”
Collaborai con un mensile in cui vennero pubblicate diverse puntate di miei racconti gialli, con atmosfere alla Hitchcock e che arricchivo anche con i miei disegni”.
“E la musica?”.
A dir il vero avevo intrapreso la carriera musicale con una mia band e mi allontanai per fare nuove esperienze in Svezia, Olanda e Danimarca ed incisi anche un disco, ma al ritorno ripresi a disegnare, infatti fui accolto nel team di disegnatori del Maestro Sandro Angiolini”.
“Quindi nella tua vita hai alternato periodi dedicati al disegno, alla scrittura ed alla musica. Come si chiamava il tuo gruppo e cosa suonavi?”.
Ho sia cantato che suonato chitarra e batteria nella band i Forrest, il cui singolo di esordio fu Ascolta il Mare/Non serve piangere, con atmosfere di fine anni ’60 inizi ’70”.
“Incontrasti anche Mina, come e quando avvenne?”.
Il Maestro Vittorio Buffoli, Presidente della giuria in un concorso per cantanti, scoprì la nostra band. Venne premiata al Teatro di Pontoglio (Bs), sia l’interpretazione  del cantante e chitarrista Renato Foresti, che io per il mio assolo di batteria, ispirato al celebre I see you in my drums, degli Shadows. Fu allora che mi si prospettò la possibilità di suonare con Mina ed a malincuore mi allontanai dai Forrest. Iniziai così le prime prove con la grande stella della canzone italiana a Chiari. Mina ormai era un mito. Era splendida e con una spiccata personalità. Conobbi anche il celebre impresario Elio Gigante. Peccato però che per un equivoco, alla fine venne convocato un altro batterista e sfumò il mio sogno di suonare per lei…”.
“Cosa più ricordi di Mina?”.
Ricordo la sua gentilezza nei miei confronti; forse le ricordavo il fratello da poco scomparso alla mia stessa età di allora. Mi è rimasto impresso l’episodio del ferro da stiro, descritto anche nel mio blog; il ritratto che le ho fatto al ristorante su di un tovagliolo con il pennarello, prima della sua esibizione e del quale ha molto riso… Ricordo le prove fatte insieme a casa del suo pianista ed arrangiatore, il Maestro Buffoli di Chiari, in concomitanza del Festival di San Remo, alla cui edizione lei già allora non aveva voluto partecipare ed il suo sano appetito e gradimento della buona cucina bresciana che la moglie di Buffoli sapeva preparare. Ricordo ancora la sua stima nei confronti di Claudio Villa in quelle serate a San Remo e del pezzo che aveva portato là. Mina era semplice, genuina, spontanea e dolcissima, oltre che molto brava e con un’estensione vocale da impressionare. Poi però i Forrest mi riaccolsero, ma non suonai più le percussioni e passai alla chitarra”.
“Suonasti anche con Bennato?”.
Sì, tenni con lui qualche concerto, ma con il successo andò via, lasciandomi in regalo la sua armonica a bocca, con un piccolo aggeggio per posizionarla davanti al viso e che lui stesso costruì”.
“Di Edoardo, quale aspetto ti ha più colpito?”.
Di Bennato mi ha colpito l’irriducibile tenacia nel perseguire il proprio obiettivo. Mi ha deluso non averlo più sentito, nonostante l’amicizia e che non mi abbia più cercato, appena diventato famoso. E che non mi abbia dato una mano…(cosa che io avrei certo fatto con lui), quando ci siamo incrociati ad un provino alla casa discografica Numero 1 di Lucio Battisti, nella quale ormai lui era ben inserito e già incideva i suoi 45 giri. Naturalmente anche la sua ecletticità e bravura. Ho imparato diverse cose da lui, a proposito del modo di suonare le 12 corde e l’armonica a bocca. Lui invece mi diceva “Avessi io la tua voce…” Inoltre insieme abbiamo  registrato un pezzo, che però è poi andato in onda in modo diverso, tempo dopo. È venuto anche con me a Milano, supportandomi con la sua chitarra in un pezzo che si chiamava Jasmine, realizzato poi con altro titolo nel mio ultimo  Cd”.
“Insomma Marco hai conosciuto grandi artisti e tu stesso hai ottenuto l’ammirazione di grandi nomi come Fausto Papetti e Giorgio Gaber, una vita molto movimentata la tua, con varie incisioni di Cd, anche con il nome di Marco Forti. Numerose dunque le tue attività, dal pubblicitario alla collaborazione con testate giornalistiche, all’imprenditoria, ma  nel prossimo futuro hai qualche altro progetto in cantiere?”.

Appena ne avrò il tempo, porterò a un editore la raccolta delle mie oltre cento poesie, scritte quasi per caso all’inizio e che poi, sempre più mi è piaciuto, giorno dopo giorno, pubblicare su Facebook, per la schiera di amicizie che hanno dimostrato davvero molto interesse a questo riguardo, spingendomi a scriverne altre sempre nuove e su temi diversi; gioiose o delicate o anche un po’ tristi a volte, ma sempre scritte di getto”.
                                                                                                         Ellybetta

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