A
Gonfie vele, diario autobiografico di una donna del Sud
di
Rosanna D’Amico
Una scrittrice che sa il fatto suo, Rosanna D’Amico.
Nata e residente a Torremaggiore, nonostante si sia trovata in tenera età, di
fronte allo spettro della poliomielite, non si è certo persa d’animo. “Era una splendida giornata di sole quando
mia madre attendeva con ansia la mia imminente nascita. Essa avvenne in tarda
serata, tra l’esultanza di tutti i presenti. Dopo due maschi, finalmente una
bella femmina! Allora non c’era l’ecografia per conoscere in anticipo il sesso
del nascituro. Gli anziani si affidavano al conteggio delle lune per
ipotizzarlo. Il mio esordio fu una gran bella sorpresa e mi accolsero in
famiglia con grande gioia”, il suo racconto spontaneo. Ma purtroppo “a otto mesi, parte della mia gamba destra,
anche se lievemente, fu colpita dalla poliomielite. In quei lontani anni
Cinquanta furono parecchi i bambini segnati da questa malattia. Non era stato
ancora approntato il vaccino. Mia madre, quando divenni grande, non mancava di
dire che forse era tutto accaduto perché la Madonna di Valleverde aveva voluto
punirla, in quanto, non aveva mantenuto il suo voto! Il grande scrittore Carlo
Levi, avrebbe definito tale affermazione retaggio culturale di un Sud ancora
troppo arretrato culturalmente”.
Ed infatti ben presto l’autrice di A
Gonfie vele, diario
autobiografico di una donna del Sud (Aletti Editore), si trovò ad
affrontare molte problematiche inerenti il suo territorio. Ma non solo. “Quali
ideali Rosanna, hai perseguito maggiormente?”.
“Ho
fatto miei gli ideali del comunismo e della lotta di classe, della lotta per
l’emancipazione della donna e della classe operaia. Da giovanissima divenni
segretaria della Federazione Giovanile Comunista Italiana locale e poi membro
del PCI. Ho lottato sempre e continuo a farlo, per la difesa dei diritti. Ho
partecipato alla battaglia per il divorzio e per l’aborto, ma senza trascurare
mai la famiglia, in cui ho sempre creduto”.
“Come fu la tua adolescenza?”.
“Il passaggio
dall’infanzia all’adolescenza, pur essendo intrigante, non è uno dei migliori
periodi della vita. Esso destabilizza, per poi creare un nuovo equilibrio, in
un processo della vita molto faticoso, ma anche avviluppante. Io penso che ogni
fase di transizione diventi difficile e travagliata, influenzando negativamente
il corso degli eventi, se non è accompagnata da solidi supporti, da una grande
forza d’animo e da un equilibrio interiore”.
“Ed il passaggio alla giovinezza?”.
“Nel
pieno degli anni della mia giovinezza, mi ritrovai a vivere in un clima di
grande ribellione, di cui gradualmente entrai a far parte anch’io. Si respirava
aria di contestazione a pieni polmoni. Partendo dal mio piccolo, incominciavo a
rendermi conto di tante ingiustizie, anche nell’ambito scolastico. La scuola
andava cambiata, doveva essere di tutti e per tutti. Più di ogni altra cosa non
ci piacevano gli atti terroristici, rossi e neri che stavano accadendo, non ci
piaceva lo sfruttamento della classe operaia, la dura condizione dei braccianti”.
“Un clima difficile dunque, segnato dal
passaggio degli anni Sessanta?”.
“Diciamo
che avrei tanto voluto viverli da protagonista, ma ero troppo piccola. Rimasi
scossa però, quando il 6 giugno ci fu l’eclatante notizia dell’uccisione del senatore
americano Robert Kennedy, fratello del Presidente John Kennedy che era già
stato assassinato nel 1963. La pace, il mondo erano in pericolo! Ambedue
infatti, erano stati uomini di pace, aperti al confronto e al dialogo ed a
qualcuno erano risultati scomodi”.
“Cosa pensi della vita, anche se piena di
problematiche?”.
“Sono una
persona ottimista per natura, amante della vita. Tengo alti i valori di
democrazia, giustizia e libertà. Infatti cerco di impegnarmi sia con gli altri
che per gli altri. La vita va vissuta pienamente, sia nei momenti sì che in
quelli no e senza perdere il vero senso di essa, dell’equilibrio e della
felicità che alla fine, secondo me, sta nel giusto mezzo”.
“Programmi futuri?”.
“Se mi sarà permesso, prometto che mi farò
sentire fra trenta’anni, per continuare il mio racconto. La vita è un’avventura
continua, da percepire in ogni poro della propria pelle, da gustare con ogni
più piccola molecola della propria mente. LA VITA VA VISSUTA SEMPRE
INCONDIZIONATAMENTE, A GONFIE VELE!”.
Ellybetta