Elio
Patella, uno storico per passione
Curioso per natura, Elio Patella, geometra e tipografo di Torremaggiore, è riuscito ad unire il suo amore per la storia a
quello per il lavoro.
“Com’è nata questa passione?”.
“Ricordo
quando ero bambino, in campagna, restavo molto affascinato dal ritrovamento di
fossili, tipo conchiglie. Allora non c’era la meccanizzazione, per cui i
fossili non venivano frantumati e dispersi”.
“Quanto è importante per uno storico lo
studio?”.
“Veramente
durante i miei studi non ero tanto incoraggiato. Un alunno a volte, può
risentire di pregiudizi soggettivi da parte di alcuni professori. Proprio per
questo, nel corso degli anni, mi sono posto degli obiettivi, sfidando anche il tempo
e conquistando le mie rivincite”.
“La tua attività di tipografo ti ha
agevolato oppure ostacolato?”.
“Devo
dire che sono stato molto fortunato perché ho potuto unire allo studio, piccole
esperienze lavorative in diversi settori e tra queste, i primi contatti con l’arte
tipografica. È dal 1982 che mi dedico a tempo pieno alla tipografia. La
padronanza ed il contatto con l’uso delle nuove tecnologie poi, sia in ambito
grafico che tipografico, mi hanno dato l’opportunità di confrontarmi con
letterati e autori locali”.
“Davvero? Allora hai potuto conoscere
alcuni nomi importanti!”.
“Certo!
Ricordo con piacere Nino Casiglio, Vito Nacci, Pasquale Ricciardelli, Michele
Meola, Severino Carlucci, i
quali hanno acceso in me il piacere e la passione per la conoscenza e la
ricerca negli studi della storia locale. Direi il classico connubio
autore-tipografo che, da Gutemberg in poi, più volte ha trasformato i tipografi
in editori ed altre volte in autori”.
“L’apporto di internet?”.
“I mezzi telematici hanno molto favorito il lavoro dello storico che, grazie ad
essi, può raccogliere dati e informazioni in modo rapidissimo”.
“E lo storico di oggi, può essere
sicuro al 100% dei dati raccolti sul web?”.
“La
sicurezza si ha quando una serie di indizi storici sono concordanti; la prova
chiave però è quella archeologica e bisogna quindi non fermarsi alle mere
informazioni”.
“La tua produzione?”.
“La
mia produzione letteraria, oltre svariati articoli giornalistici, consta di
opere librarie in cui affronto temi specifici (Usi civici: Le affrancazioni dei
Comuni d’Italia del 2011), temi di storia (Apulia.it
– Ricuciture storiche e storiografiche del 2010 e Ferentum, il Ferentano e dintorni, indagine storica riguardante
Fiorentino, del 2014) e temi a carattere divulgativo nella collana I quaderni di Terra Maggiore (Il gioco
de’ Tali e la Tabula Lusoria di Torremaggiore; Da Geronium a Canne e le
Strategie romane di Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore; L’origine della
Peranzana, di cui ho appena pubblicato la seconda edizione; Dal bombardamento
di Foggia a quello di Montecassino; Il mefitismo nelle città di fine Settecento
e Torremaggiore, tracollo di un’economia florida)”.
“Appunto,
parlando proprio di Torremaggiore, oggi invece, cosa si può dire dell’economia
di questo paese?”.
“Purtroppo,
dopo il boom degli anni ’70, periodo molto florido per l’economia locale, l’agricoltura
che era una vera fonte di ricchezza, è stata di gran lunga penalizzata. La
politica poi, non è riuscita a fronteggiare i problemi dovuti all’avvento dei
prodotti esteri ed il clima, con i suoi cambiamenti, ha finito con il peggiorare la
situazione. Attualmente dovremmo attivarci per un’inversione di tendenza,
valorizzando i prodotti locali. Nel piccolo, cerco di contribuire con i
miei studi e le ricerche, affinché ci sia una rivalorizzazione sia dei prodotti
sia del territorio, incitando il turismo”.
“Nel futuro?”
“Non
abbandonerò di certo la scrittura. Continuerò con articoli e quaderni storici, perché
la mia, è una passione infinita”.
Elisabetta Ciavarella