Vito
Guardo e le sue sculture
Nato a Catania, Vito Salvatore Antonio Guardo è un artista che si
cimenta con molta passione nella scultura.
Diplomatosi
all’Istituto d’Arte di Catania e laureatosi presso l’Accademia delle
Belle Arti di Roma, inizia ben presto ad esporre in numerose
personali e collettive presso Palazzi, Musei e Gallerie, ottenendo
diversi riconoscimenti.
Tantissime
le sue opere realizzate in legno, resina, pietra lavica, marmo e
bronzo; sculture sia a tema religioso che riproduzioni di nudi
femminili e di vari soggetti.
“Vito,
ma quali sono i materiali che preferisci utilizzare per le tue
creazioni e perché?”.
“Premetto
che è come se fossi nato in bottega, dove
ho respirato fin da bambino
profumi di essenze, dell’ulivo, del cipresso
e dell’arancio. Devo pure
dire che nel laboratorio di mio padre sono cresciuto con il
rigore degli antichi maestri. Il legno è stata
la mia prima materia, poi crescendo e studiando
mi è venuta voglia di provare materie sempre più dure e difficili,
come marmi e pietre, fino al basalto dell'Etna.”.
“A
grandi linee ti risulta più semplice realizzare un'opera piccola o
una di grandi dimensioni?”.
“Naturalmente
il grande comporta maggiori difficoltà, ma
la passione non conosce ostacoli!”
“Le
tue creazioni sono il frutto di notevole impegno, impiego di tempo,
pazienza e lavoro manuale. C'è stata un'opera che ti ha sfinito
fisicamente?”.
“Ebbene
sì, la ‘Nascita di Venere’
sicuramente è l'opera che mi ha veramente sfinito. Pensa
che quando ho iniziato, nei cantieri di lavorazione della pietra
lavica, mi prendevano per matto! Ero alle prese con sei
tonnellate di pietra durissima...”
“Quale,
ammesso ce ne sia uno, tipo di materiale non hai mai scolpito e ti piacerebbe lavorare in futuro?”.
“Sicuramente
mi piacerebbe provare a lavorare l'acciaio inox”.
“La
tua opera più grande e quella più piccola?”.
“Come
ti dicevo ‘La nascita di Venere’ finora è
stata la mia opera più grande. Riguardo
quella più piccola non ricordo bene, ne ho fatte talmente
tante, quali volti e figure in miniatura ed
anche piccolissimi bassorilievi”.
“Per
diventare uno scultore bravo, quali doti occorrono e cosa consigli a
chi intenda avvicinarsi a tale tipo di arte?”.
“Alla
base occorrono talento per il disegno e manualità. Poi
tanto studio e lavoro, frequentare bravi maestri, conoscere la storia
dell'arte ed il nostro passato, ma soprattutto grande
passione e perseveranza”.
“Cosa la scultura non potrà mai darti e cosa invece solo essa può donarti?”.
“Anche
se diventare benestanti con la scultura è molto difficile, a
me personalmente ha dato tutto ciò che mi serve
realmente. Solo essa può donare emozioni uniche”.
“L'opera
in cantiere, se puoi dirlo?”.
“La
mia mente è molto ricca di idee riguardanti
future opere da creare. Da tempo
sto studiando come realizzare un grande Polifemo in pietra
lavica, pure se penso che forse resterà solo un
sogno, proprio perché trattasi di un'opera ‘ciclopica’...”
“La
maestosa scultura posta al centro della rotatoria di via Gramsci,
all’ingresso di Gravina di Catania, una donna che rappresenta i
quattro elementi (terra, aria, acqua e fuoco), interamente scolpita
da te a mano e con un diametro di circa due metri e mezzo, in pietra
lavica dell’Etna, ha preso il posto di un masso in materiale
sintetico, prima posto. Un bel giorno,
gli
automobilisti si sono accorti che la fascinosa opera indossava un
coloratissimo bikini… Ciò ti ha infastidito?”.
“No,
non mi ha infastidito. La
polizia municipale
subito si è adoperata per rimuoverlo. Si
sono fatte varie supposizioni sul motivo del gesto; credo si
trattasse
solo di
un
gioco o di
una
scommessa o
forse
un modo per
apprezzare l'opera… Una
goliardata insomma,
ma devo ammettere che il costume le calzava a meraviglia..."