Raffaele Fiume e la sua musica
Non solo cantante, ma anche compositore. Parlo di Raffaele Fiume.
“Come hai iniziato la tua carriera?”.
“Ho
iniziato a Radio Emilia 1. Sono stato DJ al Jumbo Music Hall di Parma e al
Caravel di Mantova che erano due tra i più
importanti locali degli anni ’70”.
“Le tue prime canzoni?”
“La
prima Hitol, venne arrangiata da Enrico Intra con Tullio De Piscopo alla
batteria. Nell'80 incisi tre album come cantautore. Come autore, produttore ed arrangiatore 50 brani italo disco, tra cui Helicon, Furyo, Clock On 5. Ho scritto
anche canzoni per e con Albert One e
con Ivana Spagna che ha cantato il
mio brano Saremo Liberi vincendo il Telegatto
nel 1983”.
“Hai fatto anche altro?”.
“Sì,
diverse serate con Pierangelo Bertoli
e Mimmo Cavallo. Nel 2014 invece, ho
ripreso il percorso ITALODISCO,
producendo Disco mix in vinile e figurando in molte COMPILATIONS edite nel
mondo”.
“Tornando un
attimo indietro nel tempo, cosa ricordi maggiormente dei tuoi anni passati alla
radio?”.
“La passione, la voglia che solo a 17 anni è
così travolgente, considerato che nel 1976 erano ancora poche le radio libere o
private che dir si voglia, per
cui allora sapevi che avevi davvero migliaia di ascoltatori che ti seguivano,
curiosi anche per la novità che rappresentavi”.
“Quanto il
proprio carattere può incidere nella realizzazione professionale?”.
“Il carattere incide molto. Io per esempio,
sono molto disponibile con chi m’ispira fiducia, ma al tempo stesso
intransigente e scontroso con chi ritengo in malafede o quando capisco di aver a
che fare con una persona falsa”.
“Hai vinto un
Telegatto. Cosa ricordi di più di quel momento?”.
“Ricordo la mia incredulità, ricordo i miei
genitori che, come sempre non si perdevano un mio spettacolo. Ricordo
soprattutto Mike Bongiorno che me lo consegnò a Boario Terme nel
1983 e devo dire che per un istante mi parve di essere al Rischiatutto e di
aver risposto in modo corretto alla domanda finale. Già! Il Rischiatutto! Un
programma che da ragazzino amavo moltissimo”.
“E di Ivana
Spagna invece cosa rammenti?”.
“Di Ivana ho un bel ricordo. La considero la
più grande cantante che abbia mai ascoltato. Nel 1981 la sentivo spesso provare
dal vivo; era un’ira di Dio! Favolosa, poliedrica, tecnicamente per me
inferiore solo a Mina. Sai, penso che Spagna abbia delle potenzialità vocali
non ancora del tutto esplorate, è fantastica!”.
“Dato che hai
realizzato molti mix, come trovi che sia cambiato il modo di fare musica oggi?”.
“Il computer e i programmi musicali creati con
questo nuovo sistema informatico, hanno rivoluzionato la musica sia nel bene
che nel male. Nel bene intendo dire che oggi in studio impieghi decisamente
meno tempo e quindi le produzioni costano meno, nel male perché c'è chi crede
di scrivere musica con un loop per 7 minuti bypassando la forma canzone che
richiede una melodia precisa con intro, strofa e ritornello. Però sono certo
che dopo una quindicina di anni di ‘loops’ ripetuti all'infinito, la gente si sia
rotta le scatole e senta il bisogno di ascoltare canzoni, canzoni e poi ancora
canzoni: ERA ORA!”.
“Se tu
tornassi indietro, c'è qualcosa che cambieresti?”.
“Forse sì, sarei ancora più intransigente e
selettivo, ma tutto sommato va bene così, parafrasando D’Annunzio: Ho avuto
quel che ho donato”.
Elisabetta Ciavarella