venerdì 27 maggio 2016

Intervista a Raffaele Fiume

Raffaele Fiume e la sua musica

Non solo cantante, ma anche compositore. Parlo di Raffaele Fiume.
“Come hai iniziato la tua carriera?”.
Ho iniziato a Radio Emilia 1. Sono stato DJ al Jumbo Music Hall di Parma e al Caravel di Mantova  che erano due tra i più importanti locali degli anni ’70”.
“Le tue prime canzoni?”
La prima Hitol, venne arrangiata da Enrico Intra con Tullio De Piscopo alla batteria. Nell'80 incisi tre album come cantautore. Come autore, produttore ed arrangiatore 50 brani italo disco, tra cui Helicon, Furyo, Clock On 5. Ho scritto anche canzoni per e con Albert One e con Ivana Spagna che ha cantato il mio brano Saremo Liberi vincendo il Telegatto nel 1983”.
“Hai fatto anche altro?”.
Sì, diverse serate con Pierangelo Bertoli e Mimmo Cavallo. Nel 2014 invece, ho ripreso il percorso ITALODISCO, producendo Disco mix in vinile e figurando in molte COMPILATIONS edite nel mondo”.
“Tornando un attimo indietro nel tempo, cosa ricordi maggiormente dei tuoi anni passati alla radio?”.
La passione, la voglia che solo a 17 anni è così travolgente, considerato che nel 1976 erano ancora poche le radio libere o private che dir si voglia,         per cui allora sapevi che avevi davvero migliaia di ascoltatori che ti seguivano, curiosi anche per la novità che rappresentavi”.
“Quanto il proprio carattere può incidere nella realizzazione professionale?”.
Il carattere incide molto. Io per esempio, sono molto disponibile con chi m’ispira fiducia, ma al tempo stesso intransigente e scontroso con chi ritengo in malafede o quando capisco di aver a che fare con una persona falsa”.
“Hai vinto un Telegatto. Cosa ricordi di più di quel momento?”.
Ricordo la mia incredulità, ricordo i miei genitori che, come sempre non si perdevano un mio spettacolo. Ricordo soprattutto Mike Bongiorno che me lo consegnò a Boario Terme nel 1983 e devo dire che per un istante mi parve di essere al Rischiatutto e di aver risposto in modo corretto alla domanda finale. Già! Il Rischiatutto! Un programma che da ragazzino amavo moltissimo”.        
“E di Ivana Spagna invece cosa rammenti?”.
Di Ivana ho un bel ricordo. La considero la più grande cantante che abbia mai ascoltato. Nel 1981 la sentivo spesso provare dal vivo; era un’ira di Dio! Favolosa, poliedrica, tecnicamente per me inferiore solo a Mina. Sai, penso che Spagna abbia delle potenzialità vocali non ancora del tutto esplorate, è fantastica!”.
“Dato che hai realizzato molti mix, come trovi che sia cambiato il modo di fare musica oggi?”.                                                                 
Il computer e i programmi musicali creati con questo nuovo sistema informatico, hanno rivoluzionato la musica sia nel bene che nel male. Nel bene intendo dire che oggi in studio impieghi decisamente meno tempo e quindi le produzioni costano meno, nel male perché c'è chi crede di scrivere musica con un loop per 7 minuti bypassando la forma canzone che richiede una melodia precisa con intro, strofa e ritornello. Però sono certo che dopo una quindicina di anni di ‘loops’ ripetuti all'infinito, la gente si sia rotta le scatole e senta il bisogno di ascoltare canzoni, canzoni e poi ancora canzoni: ERA ORA!”.
“Se tu tornassi indietro, c'è qualcosa che cambieresti?”.
Forse sì, sarei ancora più intransigente e selettivo, ma tutto sommato va bene così, parafrasando D’Annunzio: Ho avuto quel che ho donato”.
                                                                                 Elisabetta Ciavarella



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