giovedì 29 gennaio 2015

Intervista ad Enzo Pellegrino

Scrivere e dipingere con filosofia

Enzo Pellegrino, laureato in Filosofia alla Statale di Milano e docente nei Licei, si è impegnato in varie ricerche improntate alla mafia, al razzismo e alla droga.
“Oltre questi temi così importanti, a quali Enzo hai rivolto le tue attenzioni?”.
Ho alternato anche temi meno impegnati, quali più leggere storie d’amore, organizzando un laboratorio di scrittura creativa dove i ragazzi, nello smarrimento dell’età incerta, hanno potuto raccontare le loro emozioni”. 
Enzo Pellegrino ha pubblicato volumi di ricerca e testi narrativi: Il fantasma del diverso (Grafis ’90), Malophori (EM Telemaco ’91, II edizione ’92), Figli di luna bastarda (Tracce ’93), Lettere d’amore sottobanco (a cura Pendragon ’98), L’amore che ti spetta (Pendragon ’00).
Le sue ricerche e i suoi libri non solo sono stati recensiti dai maggiori quotidiani come La Repubblica, Il Resto del Carlino e L’Unità e presentati in trasmissioni televisive su Canale5 e Raitre, alcuni tradotti anche in pièce.
Al Concorso Internazionale Artistico Letterario “Ambiart” ha ottenuto il Primo Premio Assoluto “Ettore Majorana” per la sua opera “Mater dolorosa”.
“Oltre alla scrittura, hai altri interessi?”.
Parallelamente ho coltivato la passione per l’arte figurativa, infatti ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Bologna”.
“Quindi hai anche la passione per la pittura, infatti hai esposto molte tue opere in numerose gallerie, fiere e teatri italiani. Ma se tu dovessi scegliere tra l’arte dello scrivere e quella del dipingere, attraverso quale delle due senti di esprimerti al meglio?”.
In questo momento la pittura è la mia attività prevalente, anche perché sono alla ricerca di nuove forme e rinnovato colorismo. Comunque la scelta tra pittura e scrittura mi è difficile, quasi impossibile, perché non c'è rottura o discontinuità tra le due arti almeno per me. Dicono i critici che i miei dipinti sono delle narrazioni e del resto mi capita di descriverli, come qualche volta hai potuto notare, Elly, vedendo i miei post”.
“Uno stato d’animo inquieto lo tradurresti con dei colori? Ed uno tranquillo?”.
L'inquietudine è notoriamente rappresentata dai colori scuri e freddi; Goya e Munch ne sono stati maestri. La tranquillità è più nei colori caldi, rosa, giallo, pastelli insomma.  Comunque in un dipinto, come nella scrittura, non è il "timbro" che rappresenta appieno lo stato d'animo, piuttosto è l'azione, il movimento, la prospettiva, il contesto”. 
“Quali sono le tonalità che prediligi nei tuoi dipinti?”.
Le tonalità cambiano con il tempo, gli stati d'animo, il soggetto, la tipologia del dipinto. In passato ho usato molto i fondi scuri in cui far risaltare le figure alla maniera si parva licet... caravaggesca.  In questo momento lavoro su toni più caldi e tenui e molto azzurro, più consoni ai paesaggi che sto dipingendo. Mi piace molto disegnare a carboncino che dà possibilità di infinite di sfumature”.
“Pensi che i sentimenti risultino espressi in modo più efficace con un astratto o immagini reali?”
I sentimenti credo che si esprimano con più efficacia in una forma, quindi con il figurativo. Del resto sono sedimentazioni, stratificazione di un pathos che richiede un racconto, la cattura in una forma.  L'astratto invece è più uno stato d'animo, il guizzo di un attimo, un'improvvisazione.  Anche se è vero che ci sono degli "Improvvisi", specialmente in musica con Chopin e Scriabin, che sono diventati forme, cioè eterni”.
“Cosa o chi ancora non hai dipinto e vorresti in futuro realizzare in una tua opera?”
"L'albero della memoria, sì, questo vorrei realizzare a partire dalla primissima infanzia. Non l'elenco dei fatti o dei ricordi, ma la compenetrazione in quelle sensazioni, negli stati d'animo di quel tempo. Ahi, sempre il grande padre Tempo in agguato! Insomma vorrei recuperare il bambino che sono stato…

                                                                                                     Ellybetta

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