lunedì 5 gennaio 2015

Intervista a Daniele Pierumberto Cellamare

Quando la storia diventa passione

L'insegnamento alla Sapienza di Roma, le lezioni al Centro Alti Studi della Difesa, un grande interesse per la Storia Militare, sto parlando di Daniele Pierumberto Cellamare, laureato in Scienze Politiche alla Luiss e Direttore dell'Istituto Studi Ricerche Informazioni della Difesa.
Daniele Cellamare è inoltre autore di numerose pubblicazioni di Storia contemporanea e collabora con Rivista Militare ed altre testate nazionali.
Gli Ussari alati è il suo primo romanzo.
“Quando e come è nata la passione per la Storia Militare?".
Amo l’animato esercitarsi dei soldati in piazza d’armi, l’uniforme bellezza dei fanti e dei cavalieri nelle loro formazioni  in armonioso movimento, le invitte bandiere sfilacciate, il bagliore degli elmi di bronzo segnati dalla mitraglia… Questi versi sono stati scritti da Aleksander Puskin nel suo Cavaliere di Bronzo del 1833, ma in realtà, il mio primo interesse è stato quello di capire come queste organizzazioni, dal grande esercito al piccolo reparto, si muovevano sul terreno, come venivano addestrati, approvvigionati e come si presentavano davanti al nemico prima dello scontro. In altre parole, l’arruolamento, le uniformi, gli schieramenti e le dottrine di impiego”.
"Gli Ussari Alati è il titolo del primo romanzo. Come mai questo titolo? Chi sono gli ussari e perché alati?".
Questo romanzo racconta la storia dell’assedio di Vienna nel 1683 da parte del più grande esercito turco-ottomano che sia mai penetrato in Europa. Quando la capitale del Sacro Romano Impero stava per soccombere, sono apparsi all’improvviso gli Ussari Alati e hanno risolto la situazione. Si tratta di un reparto di cavalleria che è passato alla storia per non essere mai stato sconfitto, battendosi quasi sempre contro un nemico numericamente superiore. Erano tutti giovani nobili polacchi che caricavano al grido di Gesummaria! e votati fortemente alla causa cattolica. Portavano sulle spalle delle grandi ali di piume che avevano il compito di terrorizzare il nemico al solo apparire, simili ad angeli vendicatori scesi sul campo di battaglia per punire gli aggressori”.
“Leggendo il romanzo si rimane affascinati dalla figura di Padre d’Aviano…”
L’abilità diplomatica di questo frate cappuccino fa da contraltare alle strategie militari che furono adottate in quell’occasione. Grazie alla sua profonda fede e alle doti oratorie che possedeva è stato possibile mettere d’accordo i vari principi cattolici per formare la Lega Santa contro il pericolo che i turchi rappresentavano in quel momento. E’ stato sempre lui, in qualità di confessore e padre spirituale  dell’imperatore Leopoldo I, a favorire il difficile rapporto con il re polacco Giovanni III Sobieski, il capo degli Ussari Alati. Inoltre, come viene raccontato nel romanzo, si deve a lui il nome del cappuccino che beviamo la mattina, così come si deve a quella battaglia il croissant che mangiamo”.
“Si tratta solo di personaggi di altri tempi?”.
Sono tutti uomini che hanno avuto la capacità e l’intelligenza di unirsi per un bene comune, in questo caso la stessa Cristianità, mettendo da parte gli interessi personali e le differenze culturali. In fondo, erano tutti abbastanza giovani, l’imperatore Leopoldo aveva 43 anni, Marco d’Aviano 52 e il principe Eugenio di Savoia addirittura 20!”.
“Un piccolo anticipo sul prossimo libro?”.
Ho in mente di affrontare altri periodi storici per amore di quelle pagine meno conosciute al grande pubblico, ma particolarmente intense. Tieni presente che per ogni romanzo di questo tipo mi servono almeno un paio d’anni di ricerche, la fedeltà storica è per me indispensabile e, al momento sono affascinato dalla Povera Milizia di Cristo, gli uomini che poi diventeranno i futuri Templari, ma anche dalle gesta eroiche dei grandi reggimenti di cavalleria nella seconda metà dell’Ottocento. Sarà l’editore Fazi a consigliarmi, cosi come ha già fatto per il mio primo romanzo”.
“Altre passioni oltre alla storia militare e ai romanzi storici?”.
Prima di tutto direi l’insegnamento, o meglio il piacere di trasmettere ai giovani il fascino della storia e le sue interpretazioni socio-politiche per comprendere l’attualità.  Per il resto, sono interessi tipici di un uomo legato ai libri, alle biblioteche e alle ore di studio passate alla scrivania: una collezione di banconote antiche, le penne stilografiche e la musica di Rachmaninov. Naturalmente, sono tutti interessi che posso coltivare perché non sono sposato. D’altronde, cara Elly, chi vuoi che abbia voglia di trascorrere la vita con un uomo così noioso?”.
“Se è per questo, caro scrittore, tutto è relativo; anche il più grande divertimento potrebbe trasformarsi in noia e viceversa…”

                                                                                                        Ellybetta

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