sabato 27 gennaio 2018

Intervista a Giusy Del Grosso


Quando l’Arte si fa Donna.
Giusy Del grosso si racconta

Giusy, cosa significa per te la pittura?”.
La pittura per me è imprimere sulla tela un mondo in cui perdermi, dove poter rappresentare, attraverso colori e forme, le mille emozioni che provo o che ho provato in un determinato periodo della mia vita”.

Quando e come hai iniziato a dipingere?”.
Ho cominciato a disegnare sin da bambina. La maestra esigeva un disegno in ogni elaborato di italiano ed io mi impegnavo più nel disegno che nel compito stesso. I primi quadri li ho realizzati verso i 12 anni, quando un amico di famiglia, anche questi pittore, mi regalò una tela, un paio di colori e quattro pennelli spelacchiati e fino al matrimonio non lasciai mai i pennelli. Poi, la casa piccola che non mi dava spazio e l'arrivo di mio figlio che impegnava le giornate, mi fecero lasciare definitivamente i pennelli. Negli anni però, insegnavo mio figlio a colorare, ad amare l'arte e gli raccontavo sempre di questa mia passione che avevo abbandonato, fino a quando non fu lui stesso, circa sei anni fa, a regalarmi una scatola di colori invogliandomi a ricominciare e a dimostrare per davvero quello che dicevo di saper fare. Così ho riaperto quel ‘cassetto dei desideri’ e mi sono rimessa all'opera. Nel frattempo, per acquisire tecniche e generi, mi sono iscritta al Liceo Artistico che offriva un corso serale per la durata di tre anni e con l'aiuto della mia famiglia, che mi ha sostenuta, supportata e ‘sopportata’, sono riuscita a conciliare lavoro e scuola e a conseguire la Maturità Artistica che, oltre ad una buona cultura generale che non guasta mai, mi ha aperto un mondo nuovo e l’ho voluto subito sperimentare.

Quali tecniche o tipo di colori utilizzi maggiormente?”.
Mi sono divertita a utilizzare diverse tecniche pittoriche, dagli affreschi agli acrilici, dalla sabbia all'aerografo a bocca, rappresentando paesaggi e figure, ma nel mio percorso ho sempre prediletto i colori ad olio.
Hanno, a mio parere, una corposità e una lucentezza che altri materiali non danno e poi, a differenza degli altri, riesco a stenderli in modo tale da riuscire a creare delle sfumature che adoro e che soddisfano le mie aspettative pittoriche”.

Credi che un’opera, per attirare l’attenzione in chi la osservi, debba far leva più sui colori o sull’oggetto raffigurato?”.
Io credo che un'opera nasca, non perché è stata commissionata o perché è il pittore che l'abbia decisa sin dall'inizio, ma perché c'è qualcuno (già destinato dal fato) che si perderà in un particolare ed è quel particolare che farà di quel dipinto un'Opera d'arte. Che possa essere il colore, il dettaglio di una mano, di un viso o di un drappeggio… Si può rappresentare alla perfezione una figura, un paesaggio o accostare dei colori per contrastarli o amalgamarli, ma se non c'è quel ‘punctum’, resta un'opera, pure se ben eseguita, priva di emozioni. Forse è anche questa la differenza che c'è tra un pittore e un artista; riuscire a creare quel punto di evasione”.

Cosa ti piace in particolar modo rappresentare?”.
Adoro rappresentare la figura, principalmente femminile, non tanto per mostrare un corpo sinuoso, quanto per rappresentare un'emozione.
L'espressione del viso, l'intensità di uno sguardo, usare una posizione anziché un'altra per evidenziare uno stato d'animo come la tristezza, la passione, la dolcezza…

Sei bravissima nello scrivere versi. Cosa secondo te, differenzia la pittura dalla poesia?”.
Per me, la pittura e la scrittura sono la stessa cosa, vista da punti diversi ed espressa in tempi opposti. Ovvero, quando dipingo mi alieno dal mondo, non esiste nulla intorno a me e il tempo si ferma. Non ci sono pensieri, problemi, impegni da svolgere. È un ‘liberare totalmente la mente’ e questo processo dura tutto il tempo della realizzazione dell'opera. Quando scrivo invece, è perché sono immersa nel mondo.
Il tempo scorre alla velocità della luce portandomi al passato, ad un futuro che vorrei o in un'altra dimensione dove riesco a guardare il tutto con occhi diversi. La mente si inonda di pensieri che spingono per venir fuori ed è in quel momento che esprimo ogni sensazione che mi sfiora dentro e in quel preciso istante scrivere è un ‘liberare totalmente l'anima’”.

Quali i tuoi prossimi impegni e progetti?”.
Nei prossimi giorni verrà pubblicato il mio primo libro, ‘A metà per una vita, tra sogno e realtà’, una raccolta di brevi prose e poesie. Un libro in cui esprimo in versi e in rime tutta una vita vissuta in un mondo immaginario e una cruda realtà. Mi impegnerò a presentarlo in varie regioni e spero piaccia, nel frattempo continuo a lavorare su un mio personale progetto pittorico che prevede la realizzazione di otto opere che rappresenteranno i sette vizi capitali attraverso figure e simboli.
Non appena saranno pronte comincerò a mostrarle al pubblico.

Giusy, ma per te il colore della vita qual è?”.
Non ho un solo colore che possa rappresentare la mia vita.
Ci son stati periodi rosa così come non son mancati quelli neri.
Al momento potrei dire che il colore della terra, in particolar modo l'ocra, morbida, naturale e semplice, è quello che più sento appartenermi.
Quel colore della terra in cui ho seminato fino adesso e che spero, da ora in avanti, possa darmi qualche frutto”.

Te lo auguro con tutto il cuore.

                                                                          Elisabetta Ciavarella





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