Un poeta-artista che ama la parola ed il colore, Ciro Cianni
“Fra libri e collage, vocali e lettere, immagini e colori… c’è la mia
vita” per Ciro Cianni, poeta nativo di Chivasso (To), ma che dal 2003
vive e lavora a Roma. La sua prima opera poetica risale al 1992 ed è intitolata
Speranza. Prosegue con una seconda
raccolta Riflessi Bui, nel 1995. Pomeriggio di Luna
invece, la sua terza opera, nell’anno successivo.
“Quei respiri che
l’arte ci dà, quell’eterno sacro fuoco che brucia le mediocrità e le sporcizie
del mondo” inneggia tale poeta, le cui opere sono state inserite anche in
diverse antologie. Numerosi i premi, tra cui quello speciale “Selezione Passaporto”, il premio “Leaders”, il premio speciale “Edizioni Duemila”, “Oscar della Cultura”, “Encomio Solenne”, “G. Abiuso”… e numerose Menzioni di Merito.
Nel 2003 il quarto libro Alba
e ritorni… (Lepisma Edizioni Roma) e nel 2008 il quinto Giovedì (Lepisma Edizioni Roma).
“Ciro, non solo premi, anche il titolo di Cavaliere
Accademico da parte dell’Accademia Francesco Petrarca. Cosa significa ricevere
questa nomina per un poeta?”.
“Ricevere
dei premi è sempre un qualcosa di piacevole... Questa nomina ancor di più, è
come se mi riportasse indietro nel tempo... essere un Cavaliere per difendere
le proprie idee, la propria fede anche con la vita”.
“Hai vissuto per un periodo di tempo in Calabria. Cosa
ricordi più felicemente e cosa più tristemente e, torneresti a viverci se
possibile?”.
“Diciamo
che dalla Calabria non mi sono mai distaccato, quando capita, o lo faccio
capitare, sono presente in presentazioni di libri o eventi... Comunque è
importante ritornare alle nostre origini, le nostre radici ma anche costruire
le proprie 'ali' ogni giorno in qualsiasi posto si possa vivere”.
“Hai anche tenuto nel 1999, un corso di poesia per il
Progetto Luce, presso la Casa Circondariale di Paola (Cs). Cosa ti eri proposto
di trasmettere e cosa invece ti è stato trasmesso da chi è in prigione?”.
“È l'esperienza personale e poetica più
importante che ho vissuto ad oggi. Ho dato tanto... ho ricevuto di più. Momenti
che passavano fra parole ed emozioni in un luogo freddo e finestre sbarrate...
Ma si riusciva, attraverso la poesia, ad 'evadere' ad andare e tornare da posti
nuovi o posti già visitati ma visti con 'occhi nuovi'. Ancora oggi conservo fra
i miei 'premi' una poesia che un detenuto mi ha dedicato... è il riconoscimento
più importante ricevuto. Sto cercando di rivivere un'altra esperienza così ma
non ho trovato un’ associazione che realizzi progetti per i detenuti, spero un
giorno di rientrare in carcere”.
“Dato che partecipi a delle mostre, come può un poeta
inserirsi in una mostra fotografica?”.
“Oltre
a scrivere realizzo collage su tela con parole e immagini, anche se il mio
grande amore è la poesia. Ho fatto delle mostre portando sempre la mia
poesia... per confrontarmi, per crescere, per testimoniare la mia fede”.
“Cosa denunceresti attraverso la tua poesia?”.
“Denuncerei
la mancanza d'amore che c'è. Sembra banale... ma esiste questa privazione di
sensibilità, rispetto e ricerca di serenità. Senza andare sul mieloso... quella
non è poesia!”.
“Nel 2012 la segnalazione della Giuria al Premio
Internazionale Roberto Farina per Ho visto solo cielo. Come mai questo scritto?”.
“È
il titolo di una raccolta poetica, che sto ristampando ed uscirà fra un
mesetto. Questo titolo è un verso di una mia poesia: giovedì ( Sto camminando/
da tanto tempo/ ma ho visto solo cielo). E' dedicata a mio zio Luigi, un
sacerdote come pochi... mi ha dato tantissimo, ho avuto la fortuna di 'viverlo'
ogni giorno, ogni momento ti dava quella testimonianza, che purtroppo oggi
manca, quelle risposte che il quotidiano ti pone dinanzi continuamente con
domande a cui non si riesce a dar seguito con la nostra vita”.
“Quale pensi che sia il colore che non possa
mai mancare in una poesia?”.
“Amo di più il rosso, ma credo che tutti i colori come tutte le parole
abbiano le proprie sfumature, la propria 'vita'. Sta nel saperli usare... dando
loro il giusto respiro”.
Ellybetta