sabato 6 settembre 2014

Intervista a Massimo Sentinella

Adora, anzi venera la semplicità, Massimo Sentinella

Quando ho scoperto che volevi intervistarmi, un fremito mi ha percorso e, con esso, un dubbio mi ha assalito: vuoi vedere che la cara giornalista mi ha scambiato per un altro!? Poi ho fatto una sorta di mente locale su me stesso, mi sono riguardato una serie di eventi artistici che ho contaminato con la mia presenza, dal Teatro, al Cinema ed alla Televisione e,visto che mi trovavo, ho esteso l'excursus anche alla mia vita quotidiana o, se preferisci, alla mia esistenza e coesistenza con i miei simili. Ebbene, tale estenuante lavoro che, chi me lo doveva dire, mi son visto costretto a svolgere è durato la bellezza di sei minuti abbondanti, poi il fremito è svanito, il dubbio dissolto ed un grande sorriso, presto trasformatosi in risata di gusto, ha conquistato la scena che mi circonda". 
Non può che colpire l’autoironia di Massimo Sentinella, avvocato sanseverese con il vizio della recitazione e della scrittura di brani e scritti inediti che come sostiene “presenta in giro per Teatri e ripostigli, purché popolati da gente curiosa e anormale”. Ultimamente si sta divertendo con gli aforismi, cosicché magari ne nasca una raccolta, da inserire nel suo tour di personali scritti inediti "Senza capo né coda", il cui esordio avvenne nel maggio 2013 al “Teatro Giuseppe Verdi” di San Severo.
“Quando e come è nata la tua passione per la recitazione?”
La passione nasce, in realtà, in una radio, dove per giocare e fare compagnia al mio amico DJ, quando ancora esistevano i DJ, interpretavo vocalmente personaggi di vario genere ed estrazione sociale e culturale, tanto che ne venne fuori una vera e propria trasmissione, intitolata Indovina chi viene a cena".
“Qual è stata l’interpretazione che più ti ha emozionato?”
Ciò che più mi emoziona è, senza dubbio, il Teatro. Tra le interpretazioni ricordo con piacere, ma anche con orgoglio e onore, quella che mi ha permesso di stare sul palcoscenico con il grande Flavio Bucci, in Anima in Tempesta. Ricordo con piacere anche il film Chiaroscuro, dove potei conoscere ed apprezzare le doti artistiche ed umane di una spiritualmente rigenerata Claudia Koll”.
“C’è stato un momento mentre recitavi, in cui i tuoi pensieri erano talmente diretti ad altro, che hai fatto fatica a ricordare la parte?”.
Non mi è mai capitato, per fortuna, di rivolgere i pensieri altrove, sarei stato un pessimo interprete ed avrebbe significato non appartenere a quanto volevo rappresentare, cosa grave e non permessa ad un attore, ad ogni livello. In compenso, ogni volta che salgo sul palco dimentico tutto, ma fino alla prima battuta, poi tutto scorre o, se più ti piace, panta rei. Dietro ad ogni interpretazione degna di questo nome c'è un serio e duro lavoro che premia sempre, salvo eccessi di emozione che, piano piano, si imparano a dominare o, quantomeno, a dosare con competenza, tuttavia mai privandosene”.
“Un segreto che consigli per allenare la mente?”.
Fosforo, tanto fosforo!!! Scherzi a parte, ognuno acquisisce un proprio metodo ma, a mio avviso, la ripetizione in fasi è l'unica via da quando esistono i copioni. In fase, nel senso che, dopo la prima lettura a tavolino di un copione, si passa al vero e proprio lavoro mnemonico, anch'esso distinto in ulteriori momenti”.
“A chi volesse intraprendere la carriera di attore, invece cosa consiglieresti?”.
L’unico consiglio è quello di divertirsi e crederci fino al limite della dignità, nel senso di darsi degli obiettivi, ma anche dei tempi, laddove se un sogno non s’avvera bisogna che ci si risvegli e si torni a vivere nella realtà, quand’anche dovesse essere dura e, oggi, tutti sanno di cosa stiamo parlando. Se poi si riesce, come me, a giocare senza pretese e senza velleità assolute, allora ti può capitare di recitare con Flavio Bucci ed il giorno dopo andare in ufficio. Tuttavia, le legittime aspirazioni di chi vuole vivere, anche materialmente, di Teatro o di Cinema o Televisione, vanno accompagnate da sacrifici e da notevole impegno, in tutti i sensi, compreso quello di imbarcarsi per altri lidi”.
“Massimo nella vita ama? E non ama?”.
Massimo nella vita ama la semplicità e le persone che vivono di essa ed in essa, senza pretese, se non quella di ricevere rispetto pari almeno a quello che si porta per tutti. Massimo non ama chi dice ciò che non pensa e continua a pensare ciò che non è in grado di dire”.
“Molti nella realtà recitano…, ti è capitato mai?”
Tutti, irrimediabilmente, recitano nella vita reale, me compreso, ma è il copione più difficile, non lo imparo mai ed il più delle volte ne viene fuori una pessima interpretazione, forse perché sono circondato da attori molto più bravi e preparati di me. Nella vita reale do il meglio di me fuori dalla scena, magari davanti ad un buon caffè con un buon amico. Il caffè abbonda, per il buon amico non ho ancora perso le speranze”. 
“Il male dell’uomo?”.
Da tempo, ormai, sono giunto ad una conclusione universale, globale, esistenziale, cosmica direi, sulla vita dell'uomo, una di quelle conclusioni che, se accompagnate da una buona dose di alcool nel corpo di un astemio, ti fanno quasi sentire un filosofo. Ebbene, sono giunto alla conclusione che il male dell'uomo, dell'intera umanità, è il prendersi troppo sul serio e, per salvarmi, sto cercando l'antidoto giusto che mi preservi dai continui attacchi virali di molti, troppo miei simili, gravemente colpiti da quel male".
                                                                                                      Ellybetta

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