Adora,
anzi venera la semplicità, Massimo Sentinella
“Quando
ho scoperto che volevi intervistarmi, un fremito mi ha percorso e,
con esso, un dubbio mi ha assalito: vuoi vedere che la cara giornalista mi ha
scambiato per un altro!? Poi ho fatto una sorta di mente locale su me stesso,
mi sono riguardato una serie di eventi artistici che ho contaminato con la mia presenza, dal Teatro, al Cinema ed alla Televisione e,visto che mi trovavo, ho esteso l'excursus anche alla mia vita quotidiana o, se preferisci, alla mia esistenza e coesistenza con i miei simili. Ebbene,
tale estenuante lavoro che, chi me lo doveva dire, mi son visto costretto a svolgere è durato la bellezza di sei minuti abbondanti, poi il fremito è svanito, il dubbio dissolto ed un grande sorriso, presto trasformatosi in risata di gusto, ha conquistato la scena che mi circonda".
Non può che colpire l’autoironia di
Massimo Sentinella, avvocato sanseverese con il
vizio della recitazione e della scrittura di brani e scritti inediti che come
sostiene “presenta in giro per Teatri e
ripostigli, purché popolati da gente curiosa e anormale”. Ultimamente si sta
divertendo con gli aforismi, cosicché magari ne nasca una raccolta, da inserire
nel suo tour di personali scritti inediti "Senza
capo né coda", il cui esordio avvenne nel maggio 2013 al “Teatro
Giuseppe Verdi” di San Severo.
“Quando e come è nata la tua passione
per la recitazione?”
“La
passione nasce, in realtà, in una radio, dove per giocare e fare compagnia al
mio amico DJ, quando ancora esistevano i DJ, interpretavo vocalmente personaggi
di vario genere ed estrazione sociale e culturale, tanto che ne venne fuori una
vera e propria trasmissione, intitolata Indovina chi viene a cena".
“Qual è stata l’interpretazione che più
ti ha emozionato?”
“Ciò
che più mi emoziona è, senza dubbio, il Teatro. Tra le interpretazioni ricordo
con piacere, ma anche con orgoglio e onore, quella che mi ha permesso di stare
sul palcoscenico con il grande Flavio Bucci, in Anima in Tempesta. Ricordo con piacere anche il film Chiaroscuro, dove potei conoscere ed
apprezzare le doti artistiche ed umane di una spiritualmente rigenerata Claudia
Koll”.
“C’è stato un momento mentre recitavi,
in cui i tuoi pensieri erano talmente diretti ad altro, che hai fatto fatica a
ricordare la parte?”.
“Non
mi è mai capitato, per fortuna, di rivolgere i pensieri altrove, sarei stato un
pessimo interprete ed avrebbe significato non appartenere a quanto volevo
rappresentare, cosa grave e non permessa ad un attore, ad ogni livello. In
compenso, ogni volta che salgo sul palco dimentico tutto, ma fino alla prima
battuta, poi tutto scorre o, se più ti piace, panta rei. Dietro ad ogni
interpretazione degna di questo nome c'è un serio e duro lavoro che premia
sempre, salvo eccessi di emozione che, piano piano, si imparano a dominare o,
quantomeno, a dosare con competenza, tuttavia mai privandosene”.
“Un segreto che consigli per allenare la
mente?”.
“Fosforo,
tanto fosforo!!! Scherzi a parte, ognuno acquisisce un proprio metodo ma, a mio
avviso, la ripetizione in fasi è l'unica via da quando esistono i copioni. In
fase, nel senso che, dopo la prima lettura a tavolino di un copione, si passa
al vero e proprio lavoro mnemonico, anch'esso distinto in ulteriori momenti”.
“A chi volesse intraprendere la carriera
di attore, invece cosa consiglieresti?”.
“L’unico
consiglio è quello di divertirsi e crederci fino al limite della dignità, nel
senso di darsi degli obiettivi, ma anche dei tempi, laddove se un sogno non s’avvera
bisogna che ci si risvegli e si torni a vivere nella realtà, quand’anche
dovesse essere dura e, oggi, tutti sanno di cosa stiamo parlando. Se poi si
riesce, come me, a giocare senza pretese e senza velleità assolute, allora ti
può capitare di recitare con Flavio Bucci ed il giorno dopo andare in ufficio.
Tuttavia, le legittime aspirazioni di chi vuole vivere, anche materialmente, di
Teatro o di Cinema o Televisione, vanno accompagnate da sacrifici e da notevole
impegno, in tutti i sensi, compreso quello di imbarcarsi per altri lidi”.
“Massimo nella vita ama? E non ama?”.
“Massimo
nella vita ama la semplicità e le persone che vivono di essa ed in essa, senza
pretese, se non quella di ricevere rispetto pari almeno a quello che si porta
per tutti. Massimo non ama chi dice ciò che non pensa e continua a pensare ciò
che non è in grado di dire”.
“Molti nella realtà recitano…, ti è
capitato mai?”
“Tutti, irrimediabilmente, recitano nella vita reale,
me compreso, ma è il copione più difficile, non lo imparo mai ed il più delle
volte ne viene fuori una pessima interpretazione, forse perché sono circondato
da attori molto più bravi e preparati di me. Nella vita reale do il meglio di
me fuori dalla scena, magari davanti ad un buon caffè con un buon amico. Il
caffè abbonda, per il buon amico non ho ancora perso le speranze”.
“Il male dell’uomo?”.
“Da
tempo, ormai, sono giunto ad una conclusione universale, globale, esistenziale,
cosmica direi, sulla vita dell'uomo, una di quelle conclusioni che, se accompagnate da una buona dose di alcool nel corpo di un astemio, ti fanno quasi sentire un filosofo. Ebbene, sono giunto alla conclusione che il male dell'uomo, dell'intera umanità, è il prendersi troppo sul serio e, per salvarmi, sto cercando l'antidoto giusto che mi preservi dai continui attacchi virali di molti, troppo miei simili, gravemente colpiti da quel male".
Ellybetta
Nessun commento:
Posta un commento