Per non dimenticare.
La voce alle donne che non possono più difendersi
“Sono stata
ispirata, sinceramente, da una frase ascoltata per caso e pronunciata dalla
sorella di una delle troppe ragazze uccise, che diceva: nella mia famiglia
non sarà mai più Natale, perché mia sorella non c’è più”.
Toccanti le parole
di Deborah Riccelli quando si riferisce al suo libro Nessuno mai
potrà + udire la mia voce.
Genovese
di nascita, ottico per professione, ama da sempre la lettura e la scrittura.
Nel
2010 si aggiudica il Premio Speciale della Critica nel Concorso Nazionale di Narrativa e Poesia del Forte con due poesie che
pongono davanti a due antitetiche realtà sulla violenza delle donne.
Ed
infatti a Deborah stanno molto a cuore le vicende in cui imperversa il crimine
familiare, lo stalking, le varie condotte persecutorie e le violenze di ogni
genere.
“A
chi hai dedicato questo libro?”.
“L’ho dedicato a lei, ad una ragazza
uccisa a 19 anni dal suo ex ragazzo, Veronica Abbate, anche se il racconto è
totalmente opera della mia fantasia e non è la sua storia. Ma io sono
convinta che possa essere la storia di tutte noi, che ognuno possa ritrovare un
qualcosa di sé in Francesca, la protagonista, o la sua migliore amica, sua
figlia, la nipotina, come pure può ritrovare qualcuno che conosce negli altri
personaggi”.
“La storia quindi
di una famiglia come tante?”.
“Sì, è la storia
di una famiglia normale, quasi perfetta, a sfatare il mito di chi pensa che una
cosa del genere non potrebbe mai accadergli… ecco perché nel racconto ha il
ruolo di protagonista anche il dolore percepito dalla famiglia”.
L’autrice dona la parola alle
vittime. La sua macchina da presa è insolitamente puntata però, non sull’io
narrato, protagonista della storia passata, ma sull’io che narra, sulla sua
attuale e straordinaria esistenza post
mortem. Riemergono i momenti felici della
breve esistenza, l’incredibilità per la violenza subita e la volontà di
giustizia per le altre vittime che fanno riflettere il lettore.
Un
racconto molto emozionante, in cui “a parlare
è la giovane
Francesca, trovata uccisa in un fienile la notte successiva a quella di san
Valentino. È lei a raccontare perché ha rivisto Gabriele proprio la sera dopo
aver festeggiato con Giacomo, il nuovo ragazzo, con cui viveva finalmente una
storia d’amore non nevrotica. È lei a spiegarci che Gabriele l’ha uccisa semplicemente perché non voleva che si staccasse definitivamente da lui. Gabriele, il primo amore che l'ha sedotta al primo sguardo, ma tradita per anni, sempre mentendole e sempre cercandola. E è Francesca, tenera e preoccupata, a osservare la sorella Sarah, la madre e il padre e le amate amiche che, prima di trovare il cadavere, sperano di ritrovarla viva".
Una voce dunque che
viene dall’aldilà, forte e autentica.
“Dedico il mio libro anche al coraggio della sorella di Veronica Abbate,
Ilenia e dei suoi genitori, ai quali si deve la nascita delll'associazione V.E.R.I., diminutivo di Veronica, ma anche acronimo di
Verità, Emancipazione, Rispetto e Impegno, associazione che nel maggio del 2013
è riuscita ad ottenere, nel casertano, una casa sottratta alla camorra e ne ha
fatto un rifugio per donne maltrattate. All’associazione andranno inoltre devoluti
i diritti d’autore”.
L’autrice Deborah Riccelli
infatti, non solo rivolge la sua attenzione alle vittime, ma anche ai parenti.
“Ho visto la solitudine di tante famiglie dopo l’omicidio e vorrei
poterle aiutare in qualche modo. Personalmente ho militato per anni in un
centro antiviolenza, come volontaria, dove oltre all’ascolto attivo prestato
alle donne vittime di violenza, mi occupavo dell’ufficio stampa e dei rapporti
con il pubblico. Ma mi sono resa conto di
quanto menefreghismo ci sia in giro se solo si prova ad andare
oltre al fatto di cronaca al quale tutti sono, oserei dire, morbosamente interessati. Ho deciso allora di fondare con la
collaborazione di alcuni volontari ed esperti del settore, Oltreilsilenzio Onlus Centro Antiviolenza di
Genova, un’Associazione nuova nel suo genere perché non solo si occupa delle
vittime che subiscono violenza, ma anche del supporto psicologico e legale
delle loro famiglie, troppo spesso abbandonate a se stesse dopo il clamore
mediatico che inevitabilmente le coinvolge”.
E
per non dimenticare, è proprio lei a donare la voce alle donne che non possono più
difendersi, Deborah Riccelli.
Ellybetta